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Alitalia, Berlusconi: “O la Cai o il fallimento”
ROMA. Dopo lapertura degli assistenti di volo, il premier Silvio Berlusconi auspica una soluzione della crisi Alitalia e tuona: Non ci sono alternative a Cai, chi esulta non capisce la situazione e non è da escludere il fallimento.
Riferendosi alle richieste dei piloti e della Cgil poi commenta: Si chiedono cose che nessuna compagnia può accettare, come la categoria dei piloti che si possa gestire da sola. Non è accettabile. Credo che ci sia una seria possibilità di fallimento per la compagnia ma gli italiani sono buoni giudici nel capire da che parte sono le colpe. E attacca la sinistra di aver influenzato piloti e delle hostess che, alla notizia del ritiro dellofferta Cai, hanno esultato. Vedere – dichiara il presidente del Consiglio – che coloro che avrebbero dovuto essere i principali beneficiati di questa nuova società addirittura fossero felici che questo non potesse accadere senza nemmeno domandarsi quale sarebbe il loro destino, evidentemente dimostra come siano stati suggestionati da tutto ciò che i giornali della sinistra e i protagonisti della sinistra hanno propagandato in questi ultimi tempi.
Intanto, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi esclude un futuro pubblico per Alitalia e invoca il ritorno al tavolo delle trattative ma stavolta per firmare i documenti e consentire alla società Cai di dare vita ad una nuova Alitalia.
Dal Pd arrivano le critiche al premier. Enrico Letta, dal Forum dei giovani imprenditori, afferma: Le colpe di Berlusconi sono sotto gli occhi di tutti. Oggi lui critica gli stessi piloti e la Cgil che aveva lodato, ad aprile, quando fecero saltare laccordo con Air France. Se esistesse la macchina del tempo, metterebbe un cero alla Madonna per tornare a quel 30 marzo e firmare con Air France. Tuttavia, Letta ritiene che con tempi così stretti lunica soluzione concreta rimane quella di Cai e lancia un appello alla Cgil: Non ci siano dei diktat e non si pretenda un inginocchiamento sui ceci. Ma tutti devono firmare laccordo, anche la Cgil.
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