Strage Bologna, “pace” Rotondi-Cofferati tra qualche fischio

di Antonio Taglialatela

la strage alla stazione di BolognaBOLOGNA. Chiusa la polemica creatasi attorno alle celebrazioni in ricordo delle 85 vittime della strage di Bologna, avvenuta ventotto anni fa.

Dopo gli scontri per l’assenza del ministro della Giustizia, Angelino Alfano (a forte rischio contestazione per aver prestato il proprio nome al “lodo” che congela i processi delle prime quattro cariche dello stato), dalla piazza Medaglie d’Oro stamani siè levato qualche fischioper il sindaco Sergio Cofferati e il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi, giunto in sostituzione del Guardasigilli.

La contestazione, tuttavia, non ha disturbato la manifestazione che, anzi, è stata occasione di riappacificazione tra lo stesso Rotondi e la giunta comunale guidata da Cofferati. Ieri, infatti, l’assessore bolognese Libero Mancuso aveva definito Rotondi “una persona sconosciuta e del tutto incolore”, ritenendo che nessuno si sarebbe accollato “la fatica di fischiarlo”. In mattinata il ministro aveva replicato stizzito: “La giunta bolognese, che accoglie insultando il ministro rappresentante del governo, chiude il discorso prima di aprirlo. Se non ci volete non avete che da dirlo e spiegarlo ai familiari delle vittime”. A seguire, qualche ora dopo, la lettera di scuse inviata da Mancuso, che ha evitato il forfait di un secondo ministro.

Stamani, infine, la “pace” siglata da una calorosa stretta di mano tra Cofferati e Rotondi e un pubblico “mi dispiace” di Mancuso. “Grazie di esserci”, sono le prime parole del presidente dell’Associazione familiari delle vittime Paolo Bolognesi, che prima della commemorazione aveva invitato a “evitare le polemiche, i fischi e fare in modo che oggi sia un giorno del ricordo in cui tutte le forze politiche sono unite per ricordare le vittime”. Un invito che una parte dei presenti, come dicevamo all’inizio, non ha accolto, considerati i fischi rivolti al sindaco e, soprattutto, al ministro quando ha preso la parola. “Non mi disturbano i fischi, che ringrazio, sono i soli che mi considerano un ministro”, ha detto Rotondi, alludendo proprio alle dichiarazioni di Mancuso. “Io non rappresento una parte politica, ma il governo di questo paese, il governo di una repubblica nata dalla Resistenza”. A quel punto le rappresentanze dei sindacati di base ha alzato lo striscione rosso e un gruppo di Rifondazione comunista si è allontanato dalla piazza.

Una protesta giudicata “molto contenuta” da Cofferati al termine della manifestazione. “Sono molto contento – ha commentato il sindaco – anche delle cose che ha detto il ministro”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Bolognesi, soddisfatto in particolare per la rassicurazione data dal ministro sul fatto che il governo affiancherà la magistratura per individuare i mandanti della strage di Bologna.

Numerosi i messaggi delle massime cariche dello Stato. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Occorre coltivare un dovere della memoria” e utilizzarlo per difendere i “valori di democrazia, libertà e giustizia. Il 9 maggio scorso, in occasione del ‘Giorno della Memoria’ dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, ho ritenuto opportuno promuovere una pubblicazione nella quale compaiono i volti e sono descritti i percorsi di vita di tutte le vittime innocenti dei diversi episodi di matrice terroristica”.

Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ha auspicato che “dopo tanti anni si dissolvano le zone d’ombra che hanno suscitato perplessità crescenti nell’opinione pubblica intorno all’accertamento della verità sulla strage. Questo sarebbe un servizio prezioso reso alla democrazia del nostro Paese”.

Il premier Silvio Berlusconi ha invitato a “tenere alta la guardia contro il terrorismo”, mentre il presidente del Senato Renato Schifani ha osservato che “il valore di una nazione, la sua stabilità, la sua solidità morale e civile, risiedono proprio nella capacità della società di reagire dinanzi a queste terribili vicende”.

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