La “cura” Brunetta funziona: crollano le assenze per malattia

di Antonio Taglialatela

Renato Brunetta ROMA. La cura contro gli impiegati pubblici “fannulloni” prescritta dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta sembra sortire i primi effetti positivi.

Secondo un monitoraggio vi è stato un crollo verticale del 37,1 per cento di malati e di relative assenze nell’ultimo mese di luglio rispetto al luglio 2007. Un dato che, secondo il dicastero, equivale a 25 mila persone in più al lavoro e, quindi, a “più servizi e maggiore qualità delle prestazioni”. In realtà, già il solo annuncio dato da Brunetta si era rivelato “sorprendente”: nel periodo maggio-giugno il 15 per cento delle assenze per malattia rispetto allo scorso anno, l’11 per cento in meno a maggio – in venti giorni perché il governo ha giurato l’8 maggio – il 20 per cento in meno a giugno. Ovvero: 13.700 impiegati in più al lavoro nei due mesi, 250 mila invece che 212 mila. Pertanto, due sono le spiegazioni: o il ministro Brunetta ha messo paura ai dipendenti, che quindi davvero erano “fannulloni”, oppure gli stessi, forse per effetto di qualche “cura miracolosa”, improvvisamente non si ammalano più.

Ricordiamo che il decreto entrato in vigore il 25 giugno, all’articolo 71, quello che regola il nuovo regime delle assenze per malattia, prevede: taglio allo stipendio, certificati obbligatori e non del medico curante “dopo il terzo evento di malattia nell’anno solare”, obbligo della visita fiscale anche per un giorno solo di assenza.

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