L’alpinista Unterkircher disperso sul Nanga Parbat

di Antonio Taglialatela

Karl Unterkircher BOLZANO. Risulta disperso sul Nanga Parbat, in Pakistan, il famoso alpinista italiano che, assieme a Simon Kehrer e Walter Nones, stava cercando di aprire una via ancora inviolata sulla parete Rakhiot.

Le speranze di una sua sopravvivenza sono ridottissime. Il Nanga Parbat è alto 8.125 metri, una montagna particolarmente ardua da scalare. Unterkircher, 38 anni, di Selva di Val Gardena, è caduto in un crepaccio nella giornata di ieri: stava battendo traccia su una costola di neve, quando questa è improvvisamente crollata sotto i suoi piedi. Purtroppo, a quell’altitudine e con le difficili condizioni climatiche che impediscono l’utilizzo di elicotteri, i soccorsi sono praticamente impossibili. I suoi compagni Kehrer e Nones l’hanno scampata ma ora sono ancora lì, costretti a proseguire con la scalata, poiché tornare a valle per la stessa strada è impossibile. Per mettersi in salvo dovranno raggiungere i settemila metri d’altezza ed uscire dalla parete. Forse ci vorranno giorni per riuscirci, anche perché sarà tecnicamente difficile superare una parete finora inviolata. Ad informare dell’incidente occorso a Karl è stato Simon Kehrer, che ha contattato via radio il manager di Unterkircher, Herbert Mussner.

Unterkircher, che nel 2004 scalò Everest e K2 in una sola stagione, negli ultimi anni si è dedicato alle cime e alle pareti inviolate. Ha così scalato in prima assoluta il Mount Genyen (un seimila in Cina), lo Jasemba (un settemila in Nepal in compagnia di Hans Kammerlander) e la parete Nord del Gasherbrum 2.

Proprio sul Nanga Parbat, nel 1970 morì il fratello di Reinhold Messner, Günther. Aveva 23 anni. Finì sotto una valanga durante una spedizione con Reinhold. Negli anni scorsi il ghiacciaio ha restituito resti del suo corpo.

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