Il cda Rai boccia il licenziamento di Saccà

di Antonio Taglialatela

Berlusconi-SaccàROMA. Il consiglio di amministrazione della Rai ha bocciato la proposta di licenziamento per il direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, avanzata dal direttore generale Claudio Cappon.

“Sarebbe stato un atto radicalmente inaccettabile e profondamente contrario alla tutela dell’interesse aziendale, che deve sempre rappresentare il fondamento stesso dei doveri di qualsiasi amministratore”, ha osservato il consigliere Giuliano Urbani.

Saccà era stato sospeso dall’incarico dopo l’inchiesta nata da intercettazioni telefoniche della procura di Napoli su presunti accordi tra il direttore e Silvio Berlusconi sulla collocazione di aspiranti attrici. Era peròstato reintegratoil 3 luglio, grazie all’ordinanza di un giudice del lavoro. Ad astenersi nel voto in Cda sulla proposta di licenziamento sono stati Sandro Curzi e Marco Staderini. Voto contrario da Giuliano Urbani, Gennaro Malgieri, Giovanna Bianchi Clerici, Angelo Maria Petroni. Voto favorevole da Nino Rizzo Nervo, Carlo Rognoni e del presidente Claudio Petruccioli.

Stamani, prima dell’assemblea del cda, in un’intervista a Prima Comunicazione Cappon aveva dichiarato: “Noi siamo convinti di aver agito con responsabilità e correttezza a garanzia dell’immagine dell’azienda anche dei diritti di Saccà. Il procedimento – spiegava – è stato indubbiamente molto lungo e in qualche modo anomalo, ma i tempi sono stati determinati non da noi ma dal fatto che le carte della Procura di Napoli sono arrivate scaglionate nei mesi ogni volta con un preavviso sugli invii successivi. L’ultima documentazione pervenuta il 16 maggio comprendeva 280 ore di audio e ci sono voluti dodici giorni per l’ascolto e la trascrizione. Potevamo agire diversamente? Il magistrato ha ritenuto che i precedenti incartamenti fossero di per sé sufficienti per assumere un provvedimento disciplinare in relazione alla condotta provata e non smentita da Saccà. Noi siamo convinti di aver agito con responsabilità e correttezza a garanzia dell’immagine dell’azienda anche dei diritti di Saccà. Questa vicenda ha una grande rilevanza pubblica con un forte impatto mediatico e riguarda un dirigente di alto profilo. A mio avviso sarebbe stato gravemente imprudente decidere senza aver avuto la possibilità di esaminare e valutare tutta la documentazione disponibile”. “Sul piano personale – concludeva Cappon – posso solo dirle che comprendo la sofferenza delle persone coinvolte ma che questa vicenda riflette un costume e un comportamento di gestione aziendale lontanissimi dalla mia formazione professionale e deontologica”.

Intanto, oggi la procura di Roma ha chiesto una proroga delle indagini relative all’inchiesta sulla cosiddetta “compravendita” di senatori di centrosinistra, che vede indagato anche Berlusconi con l’accusa di istigazione alla corruzione. La richiesta è stata fatta dal pubblico ministero Angelantonio Racanelli e ora spetta al gip decidere se accoglierla o meno: in caso positivo la procedura consentirà di proseguire le indagini per altri sei mesi. Ad avviare l’indagine, poi trasferita per competenza a Roma, era stata la procura di Napoli sulla base di intercettazioni telefoniche tra Berlusconi e il direttore di Raifiction Saccà. Da quelle conversazioni sono scaturiti due procedimenti: quello sulla presunta “compravendita” di parlamentari (tra i quali i magistrati ipotizzano il senatore eletto in Austrialia Nino Randazzo) per creare difficoltà al governo Prodi e farlo cadere, e quella sulle raccomandazioni fatte a Saccà, sempre da Berlusconi, per favorire l’ingaggio in Rai di alcune attrici. L’inchiesta vede coinvolto anche un commercialista milanese, Pietro Pilello, che secondo l’accusa avrebbe fatto da intermediario con Randazzo.

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