San Marco Evangelista: crisi 3M, Cozzolino scrive a Scajola

di Redazione

Andrea CozzolinoSAN MARCO EVANGELISTA (Caserta). In provincia di Caserta sono a rischio mille posti di lavoro.

In un momento di grave crisi, dove i consumi delle famiglie diminuiscono, l’inflazione aumenta a vista d’occhio, dove gli stipendi di operai e amministrativi sono fermi al 2000, dove realtà lavorative (3M – Ixfin – Finmek – Costelmar), un tempo fiore all’occhiello dell’intera provincia rischiano di creare un “buco nero” nel mondo del lavoro, l’Assessore regionale all’Agricoltura ed alle Attività Produttive Andrea Cozzolino, ha preso carta e penna ed ha inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola per sollecitare il ministero stesso ad insediare il famoso “gruppo di coordinamento”, necessario ad avviare il percorso di attuazione dell’accordo di programma, siglato il 1° aprile scorso, al fine del rilancio produttivo e occupazionale dei siti industriali in crisi nella provincia di Caserta. “Grazie ad un proficuo lavoro di concertazione tra i soggetti della filiera istituzionale e le parti sociali – ha scritto Cozzolino a Scajola – sono state gettate le fondamenta per arrestare i processi di declino ed impoverimento industriale dell’area casertana, strategica per qualsivoglia ipotesi di sviluppo della Campania”. Nell’accordo di aprile sono individuati i soggetti per il rilancio industriale dell’area e indicate le risorse utili per l’attuazione del percorso. “L’avvio dell’intesa – ha aggiunto l’assessore regionale – è ancora più necessario in ragione del fatto che si stanno avviando ad esaurimento gli altri strumenti di ammortizzazione sociale già attivati nell’area. I tanti punti di crisi (Ixfin-Finmek-Costelmar-3M) rischiano, se non risolti positivamente – ha concluso Cozzolino – di far diventare strutturale ed irreversibile il depauperamento di un ricco patrimonio di conoscenze umane e industriali. Sono in gioco mille posti di lavoro in un’area interessata dall’inquietante e fenomenologia camorristica”. Insomma, se non si corre subito ai ripari e si danno risposte serie e concrete ai lavoratori in crisi, si corre il serio rischio che questi possano restare impigliati nella ragnatela che la criminalità organizzata tesse quotidianamente al fine di rimpinguare le proprie fila.

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