Corruzione a Giugliano: sequestrati beni per 500 milioni di euro

di Redazione

poliziaGIUGLIANO (Napoli). Dopo gli arresti del 20 maggio scorso, nei confronti di vigili urbani tecnici e imprenditori di Giugliano, oggi arriva il sequestro dei loro investimenti immobiliari, frutto, secondo gli inquirenti, della loro corruzione.

Gli agenti della Squadra mobile di Napoli e del commissariato di polizia di Giugliano-Villaricca, su provvedimento del gip presso il Tribunale di Napoli, richiesto dalla Dda, hanno sequestrato terreni, fabbricati, appartamenti e box auto per un valore di 500 milioni di euro.

Nello specifico, si tratta di 90 appezzamenti di terreno e 151 fabbricati, tra cui ville, appartamenti e box, situati nel napoletano, a Napoli, Giugliano, Villaricca, Qualiano; nel casertano, a Villa Literno e Carinola; e in altre zone d’Italia: Marciano della Chiana (Arezzo), Numana (Ancona), Santa Maria a Monte (Pisa), Sirolo (Ancona). Sequestrati anche beni di lusso, tra cui sei automobili e un’imbarcazione, patrimoni aziendali e quote di 20 società che operano in vari settori commerciali e, in particolare, in quello immobiliare.

La misura cautelare reale, rendono noto dalla Procura, “è stata applicata nell’ambito dell’indagine che il 20 maggio 2008 ha portato all’arresto di 23 appartenenti al Corpo della polizia municipale del Comune di Giugliano, in Campania, di tre funzionari dell’ufficio tecnico dello stesso Comune, di undici imprenditori e di due tecnici di fiducia di alcuni di questi ultimi”.

Secondo quanto spiegano gli inquirenti, l’indagine ha svelato un sistema endemico e generalizzato di corruzioni e collusioni tra settori del mondo dell’imprenditoria edilizia e pubblici ufficiali delle articolazioni del Comune di Giugliano cui sono demandati i compiti di controllo delle attività urbanistiche sul territorio e di contrasto del fenomeno dell’abusivismo edilizio.

“In particolare – aggiunge la Procura – è emerso che gli appartenenti alla polizia municipale ricevevano sistematicamente somme di denaro o altre utilità, o comunque ne accettavano la promessa, per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio, consistiti nell’omettere o ritardare di denunciare oppure d’intervenire e procedere al sequestro in relazione a lavori abusivi in atto presso cantieri edili e nell’omettere d’impedire ai committenti dei lavori e ai custodi di violare i sigilli”.

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