Istat: piccoli esercizi commerciali in affanno

di Redazione

 I dati Istat evidenziano un forte calo delle vendite, soprattutto nelle piccole botteghe di quartiere.

Calo dovuto maggiormente alla crisi economica e allo scarso potere d’acquisto che hanno le famiglie, che colpisce notevolmente i settori dell’abbigliamento, calzature, in pratica prodotti che non necessitano di acquisti frequenti. Anche i generi alimentari subiscono una frenata nel mese di aprile: – 0,8%. Le famiglie, in affanno, contribuiscono al calo delle vendite. A farne le spese sono i piccoli negozi che si vedono inghiottire dalla grande distribuzione una buona fetta di clienti. Mantenere i passi di colossi commerciali non rientra più nelle possibilità di chi gestisce piccoli locali ubicati nei centri delle città o dei piccoli comuni, quest’ultimi, penalizzati ancor di più. Quelle che una volta erano le botteghe, che tanto hanno dato all’economia italiana, si vedono abbandonate dalla classe dirigente che nulla riesce a costruire per il rilancio di queste pur tante, piccole, partite iva. È bene ricordare che questi soggetti continuano a pagare le tasse allo Stato; versano, se anche in affanno, i contributi previdenziali all’Inps, eppure non hanno nessun sostegno che gli dia la possibilità di uscire fuori da questa fase critica. I piccoli salumieri, il fruttivendolo, il negozio di scarpe, di vestiti, una volta cuore di un paese, non riescono a portare avanti le attività, sempre più soffocate da chi immette sul mercato offerte a ribasso, le quali, per i piccoli negozianti, sono proibitive. È chiaro che tutto dipende molto dallo scarso potere d’acquisto che spinge le famiglie a cercare quotidianamente chi offre prezzi più agevoli. L’allarme dei cali dei consumi mette un altro punto sulla difficile situazione economica delle imprese italiane, coinvolte in una crescente diminuzione della produttività, dovuta alla mancanza di richiesta. Calare la pressione fiscale potrebbe rappresentare un’arma utile a ridurre i costi di gestione dell’impresa, dando la possibilità ai piccoli esercizi di ridurre i prezzi a vantaggio del consumatore.

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