Roberto Saviano: “In campagna elettorale nessuno parla di mafia”

di Redazione
Roberto Saviano“Nessuno vincerà le elezioni in Italia. Nessuno”. Queste le parole con cui lo scrittore Roberto Saviano dà inizio all”articolo pubblicato questa mattina sul quotidiano la Repubblica. L’autore di Gomorra lamenta il silenzio assordante della politica rispetto al tema della lotta alle mafie.

Il problema, secondo lo scrittore, deriva dalla tendenza dei partiti a chiudere un occhio sulle candidature pur di ottenere voti in più. Grazie a questa tendenza molti personaggi collusi con la criminalità organizzata sono riusciti a fare carriera politica. Lo scrittore punta il dito contro il Partito Democratico di Veltroni: “Se vuole essere davvero nuovo, non abbia paura di cambiare. Non scenda a compromessi per paura di perdere”, ma accusa anche il Popolo della Libertà: “Il centrodestra guidato da Silvio Berlusconi assiste muto o giustificatorio ai festeggiamenti del governatore della Sicilia Cuffaro per una condanna che conferma i suoi favori a vantaggio di un boss, limitandosi a scagionarlo dall”accusa di essere lui stesso un mafioso vero e proprio”.
Il giornalista, che ha rifiutato l’ingresso in politica, afferma che non è una democrazia avanzata quella in cui 172 amministrazioni comunali negli ultimi anni sono state sciolte per infiltrazione mafiosa. “È tempo di rendersi conto che la richiesta di candidati non compromessi va ben oltre la questione morale. Strappare la politica al suo connubio con la criminalità organizzata non è una scelta etica, ma una necessità di vitale autodifesa”. Saviano rivolge una sorta di appello anche alla popolazione, che troppo spesso, specialmente al meridione, accetta di votare determinati personaggi in cambio di pochi euro o di una bolletta pagata; un cambiamento della classe politica non può che partire dalla popolazione. Un”accusa, quella dello scrittore, che può essere definita qualunquista, ma che è sicuramente giustificata data la cancellazione dall”agenda politica di un argomento tanto delicato quale quello delle mafie. Giovedì lo scrittore era stato accusato dai reggenti del Clan dei Casalesi, Iovine e Zagaria, di turbare e alterare le sentenze del processo Spartacus, il più importante processo di camorra che l’Italia abbia mai conosciuto.
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