La coerenza di Boselli e Casini

di Redazione

Enrico BoselliCasiniIn questa giungla di promesse di mera campagna elettorale, sono pochi ad ammettere che i problemi dell’Italia sono enormi e risolverli non sarà facile.

Tra questi, anche con distinzione politica, gli unici che predicano un credo fuori dal coro, fatto di poche promesse megagalattiche, sono Enrico Boselli e Pier Ferdinando Casini. Ho apprezzato molto la coerenza con cui hanno illustrato i loro piani programmatici, chiedendo più di una volta, nella trasmissione Ballarò, a chi decantava favole illusorie provenienti da esponenti del Pd e del Pdl, come avrebbero fatto a concretizzare le loro promesse. Proprio così: come faranno a rendere fattibili tutte le “idee” che stanno portando avanti in questa campagna elettorale? C’è chi dice che le risorse arriveranno dalla lotta all’evasione, come se ormai fosse diventata l’unica fonte da dove poter attingere soldi. Ricordo che la situazione in Italia non è rosea, molto probabilmente non occorre fare nessuna lotta all’evasione poiché molte di quelle aziende che pagano realmente le tasse, mi riferisco alle piccole e medie imprese, chiuderanno. Allora chi pagherà le tasse? Certo, bisogna fare una lotta serrata all’evasione, però bisogna cominciare da quelli che hanno strumenti a loro disposizione per evadere il fisco. Le piccole e medie imprese cosa volete che possono evadere? “Bruscolini”. Non riescono più a tirare avanti, per loro l’unica salvezza rimane chiudere battenti. Purtroppo sia al candidato premier socialista Boselli, che a quello dei centristi Casini, l’unica risposta che hanno dato è stata relativa alla lotta all’evasione. Mi chiedo: è possibile che l’unico occhio è puntato verso l’evasione? Non sarebbe necessario guardare allo spreco che fa la politica? I soldi ci sono, purtroppo sono quelli che la classe politica italiana spreca ogni anno in malo modo. E da lì che bisogna partire per avere a disposizione fondi da destinare alla cittadinanza. Se non ci fossero tantissimi sprechi causati dalla politica e dai politici per arricchire i partiti, in Italia si pagherebbero tasse più eque, tutti pagherebbero il dovuto e la lotta all’evasione sarebbe minima. Una persona onesta che lavora un anno intero, sudando e sacrificandosi nell’arco dei 12 mesi, e guadagna 100mila euro dichiarando tutto onestamente, dovrebbe dare allo Stato 43mila euro. E’ mai possibile che si lavora soltanto per lo Stato, visto che con quello che ti rimane devi fare tutto il resto? In pratica, devi pagare anche le tasse degli enti locali, altri “sanguisuga”. In cambio, cosa si ottiene: la politica costruisce commissioni, aziende a partecipazione privata, consulenze, vitalizi per i parlamentari, stipendi d’oro, lavori pubblici mai completati che costano il doppio di quella che era la spesa iniziale, e tanti altri modi per metterci dentro i trombati delle elezioni, i sostenitori più accaniti, amici, parenti ecc. Tutto questo spreca una enormità di danaro pubblico, che invece, speso bene, ridurrebbe la pressione fiscale ai minimi termini, e non ci sarebbe più bisogno di parlare di evasione. Il problema è ridurre i costi della “casta” che è unico colpevole dei mali italiani, in secondo luogo ripristinare la legalità in Italia, eliminando la criminalità organizzata che assorbe il 7% del Pil nazionale, pari a 90 miliardi di euro. Personalmente fino ad ora non ho sentito nessun politico parlare di questo. Allora viene spontaneo chiedersi: se non ci fossero tanti problemi in Italia mi sapete dire cosa direbbero in campagna elettorale i nostri politici? Io personalmente quello che sento dire in questi giorni l’ho sempre ascoltato, hanno sempre detto la stessa cosa in ogni campagna elettorale, se non bastasse ci hanno anche tolto la possibilità di sceglierci il candidato, cosa vogliamo di più dalla vita…un amaro? No, tanto siamo sempre amareggiati. Evidentemente che l’Italia stia male fa comodo, altrimenti mancherebbe il modo per raccontare le favole durante le tornate elettorali.

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