Aziende bufaline, scoperta maxi evasione fiscale da 26 milioni

di Redazione

Guardia di Finanza CASERTA. Gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta hanno scoperto una sofisticata evasione fiscale da parte di soggetti e aziende operanti nel settore agricolo e, in particolare, nell’allevamento di bufale per la produzione di latte fresco destinato a caseifici, accertando una evasione fiscale per diversi milioni di euro.

L’attività investigativa, eseguita su delega della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha consentito di accertare che un imprenditore agricolo, proprietario di due grosse aziende dell’alto casertano, ha gestito l’attività d’impresa mediante la costituzione artificiosa di ulteriori società (succedutesi nel tempo dopo una breve permanenza in vita), intestate a prestanomi. Le aziende agricole e i relativi parchi animali sono stati cartolarmente trasferiti da società in società pur restando per lo più nelle medesime strutture. Dopo approfondite verifiche della documentazione bancaria, la Guardia di Finanza ha potuto meticolosamente ricostruire le operazioni effettivamente poste in essere dalle varie società e correlare le movimentazioni finanziarie con vari clienti e fornitori, riconducendole alle reali transazioni commerciali non coperte da fatturazioni in acquisto e in vendita. Sono state accertate operazioni inesistenti, l’omessa comunicazione al servizio veterinario dell’Asl della movimentazione degli animali per l’aggiornamento dell’anagrafe bovina (ciò con l’intento di sfuggire ai controlli sanitari periodici mirati ad accertare l’eventuale presenza negli animali di malattie specifiche tra cui la brucellosi), nonché l’utilizzazione, in alcuni casi, di falsa certificazione sanitaria. L’intento era quindi quello di sottrarsi al pagamento delle imposte, facendo risultare i titolari prestanomi delle aziende, dei “nullatenenti”, nei cui riguardi il fisco non avrebbe potuto accampare alcuna pretesa erariale. A conclusione delle indagini e delle verifiche fiscali, eseguite anche con l’ausilio degli accertamenti bancari, sono state denunziate alla Autorità Giudiziaria cinque persone e segnalati al fisco per il recupero a tassazione, complessivamente, elementi positivi di reddito per oltre 25 milioni di euro, elementi negativi di reddito non deducibili per oltre 1 milione di euro, Iva per circa 3 milioni di euro ed Irap per oltre un milione di euro.

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