Pakistan, Musharraf non vuole dimettersi

di Antonio Taglialatela

Pervez Musharraf PAKISTAN. Nonostante la sonora sconfitta alle elezioni legislative di lunedì, il presidente pachistano Pervez Musharraf esclude le sue dimissioni e si dice pronto a creare un governo democratico.

Dallo spoglio è emerso il netto vantaggio del Ppp (Partito popolare pachistano) della leader assassinata Benazir Bhutto. Dietro c’è l’altra forza di opposizione, la Lega musulmana pachistana-N dell’ex premier Nawaz Sharif, seguita dal partito di Musharraf, laLega musulmana pachistana-Q. Al momento, in attesa dei risultati ufficiali, questa la composizione del parlamento: 87 seggi al Ppp, 66 al Pml-N, 39 al Pml-Q, 19 all’alleato del partito di Musharraf Mqm (che di fatto è solo nel Sindh), dieci all’Anp (nazionalista laico pashtun, nella Provincia di Frontiera del Nord Ovest), tre al Mma (alleanza di partiti islamici radicali, che ha subito una sconfitta) e 34 ad indipendenti e altri. Ora il partito della Bhutto (in mano al marito Asif Ali Zardari e al figlio Bilawal) e quello di Sharif dovranno cercare un’intesa per governare insieme, anche perché, una volta ottenuti i due terzi dei seggi, potranno avviare l’impeachment di Musharraf. E sull’ipotesi di un governo di larghe intese proprio con il partito dell’attuale presidente, il vedovo della Bhutto, Asif Ali Zardari, chiarisce che il Ppp “non è interessato a nessuno che abbia fatto parte del precedente governo”. Dunque, l’obiettivo è di liberarsi di Musharraf, come conferma l’altro leader dell’opposizione Nawaz Sharif: “Sono pronto a lavorare con tutte le forze democratiche, invito tutti a sedersi insieme per liberare i pakistani dalla dittatura, per sempre”. Proprio Sharif ha richiesto che vengano reinsediati i giudici della Corte suprema cacciati da Musharraf all’avvio delle sei settimane di “stato di emergenza” in modo che possano pronunciarsi sulla legittimità della sua rielezione a presidente, nell’ottobre scorso. Tra i primi atti del nuovo governo ci sarà quello di richiedere all’Onu una commissione d’inchiesta sull’assassinio della Bhutto, compiuto il 27 dicembre scorso durante un comizio a Rawalpindi.

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