Erba, Olindo ritratta: “Mi fecero il lavaggio del cervello”

di Redazione

Olindo RomanoERBA. “Mi hanno fatto il lavaggio del cervello”. Così Olindo Romano, dinanzi ai giudici, ha motivato la decisione di ritrattare la confessione resa sulla strage di Erba, che lo vede imputato assieme alla moglie Rosa Bazzi.

Riferendosi ad un colloquio avuto con i carabinieri il 10 gennaio 2007, quando gli stessi militari stavano prendendo le sue impronte digitali prima dell’arrivo dei magistrati nel carcere del Bassone di Como, Olindo ha dichiarato: “Mi dissero che se mi fossi liberato la coscienza, con il rito abbreviato e altri benefici sarei stato fuori in cinque anni e che mia moglie sarebbe stata immediatamente scarcerata”. Secondo la nuova versione, dunque, Olindo sarebbe caduto “nella disperazione”, venendo indotto a confessare le proprie responsabilità sulla strage e scegliere “il male minore”. Dopo le dichiarazioni di Romano, l’udienza è proseguita con la deposizione del luogotenente Luciano Gallorini, comandante della stazione di Erba, che per primo indirizzò le indagini sulla coppia di vicini di casa delle vittime. Nonostante la decisione di ritrattare la confessione, sarà difficile per i coniugi Romano intaccare l’attendibilità delle perizie scientifiche a loro sfavore. La strage di Erba fu compiuta l’11 dicembre 2006, in via Diaz 25. Furono massacrati in quattro: Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di due anni, la madre di lei Paola Galli e una loro vicina di casa Valeria Cherubini. Rimase gravemente ferito ma riuscì a sopravvivere il marito della Cherubini, Mario Frigerio, ora principale teste dell’accusa, che deporrà il prossimo 26 febbraio. Il marito della Castagna e padre di Youssef, Azouz Marzouck, era in Tunisia il giorno del delitto e dallo scorso primo dicembre è in carcere per spaccio di droga.

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