Diffamazione a mezzo stampa, assolto il giornalista Legnante

di Redazione

 SANT’ARPINO. Assolto perché il fatto non sussiste. Non lascia spazio all’equivoco la sentenza pronunciata lo scorso 22 gennaio dal giudice monocratico di Salerno, dottoressa Bocassini, a favore del giovane giornalista santarpinese Francesco Paolo Legnante.

Il procedimento ha preso il via a seguito di una querela presentata da Giuseppe Savoia, Giovanni Brassotti, Elpidio Arena, Carlo Luongo, Francesco Aimone, Aldo Zullo, Giuseppe Dell’Aversana e Salvatore Di Costanzo. Nella querela si accusava Legnante di diffamazione aggravata commessa con il mezzo della stampa perché, redigendo l’articolo intitolato “Espropri e miliardi indagati 11 politici, Sindaci, assessori, un ingegnere e un imprenditore accusati di abuso d’ufficio” (pubblicato sul quotidiano “La Gazzetta di Caserta” in data 27 luglio 2003) “offendeva i dei querelanti, dei quali con attribuzione di fatti determinati, metteva in dubbio la reputazione, in particolare ingigantendo artatamente i fatti”.

La vicenda riguardava un articolo in cui si dava notizia di un avviso di conclusione delle indagini recapitato nel mese di luglio 2003 a nove fra amministratori ed ex amministratori, oltre ad un imprenditore e l’ingegner Salvatore di Costanzo (all’epoca dei fatti responsabile dell’Ufficio lavori pubblici del Comune di Sant’Arpino). Tutti gli amministratori erano indagati per tentato abuso d’ufficio, mentre Di Costanzo per questo reato e per falso ideologico. Il difensore del giornalista atellano, il penalista Enzo Guida, ha smontato punto per punto l’accusa, dimostrando l’assenza di qualsiasi reato nell’azione di Legnante che ha semplicemente esercitato il suo dovere giornalistico con coraggio e grandi capacità. Il Tribunale di Salerno ha assolto Legnante “perché il fatto non sussiste”, smontando dunque il teorema accusatorio, secondo cui la pubblicazione di una notizia “vera” potesse rappresentare una diffamazione.

“Sono felice per la conclusione di questa vicenda giudiziaria – ha commentato lo stesso Legnante – che mi ha visto mio malgrado coinvolto. Ho sempre avuto fiducia nella magistratura ed ero convinto che alla fine avrei visto riconosciute le mie ragioni. Con questa pronuncia da parte del Tribunale di Salerno si chiarisce una volta e per tutte che il sottoscritto non ha diffamato nessuno e che si è limitato solo ad esercitare in maniera corretta il suo lavoro di collaboratore di una testata giornalistica, riportando fatti che erano di interesse pubblico. Ovviamente, concluso questo procedimento, mi riservo la possibilità di agire in tutte le sedi per veder riconosciuti i danni subiti in questi anni, in cui è stata messa in dubbio la mia correttezza professionale da parte di quanti evidentemente erano disturbati dal fatto che potessi svolgere in maniera autonoma ed indipendente il mio lavoro. Vorrei ringraziare – conclude il giornalista santarpinese – l’avvocato Enzo Guida per l’ottimo lavoro svolto e i signori Ernesto Capasso, Vincenzo Di Muro e Gaetano Pezzella che pur citati, come gli altri, nell’articolo querelato non hanno mai sporto querela riconoscendo dall’inizio la correttezza del mio operato”.

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