Consorzi sciolti: presidenti critici, De Franciscis soddisfatto

di Nicola Rosselli

Isidoro OrabonaCASERTA. “Siamo di fronte all’ennesimo atto di isteria dei nostri politici”. Il presidente del Consorzio Ce2/GeoEco, Isidoro Orabona, commenta con queste dure parole la decisione del governo di sciogliere i consorzi intercomunali per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Una decisione che in provincia di Caserta interessa quattro consorzi, di cui due già commissariati (il Ce1 di Caserta e il Ce4 di Castelvolturno). Eletto da meno di un mese, il neo presidente, in quota Forza Italia e vicino al sindaco di Aversa Mimmo Ciaramella, ha poi spiegato i motivi di questa affermazione: “In questo momento di emergenza non era proprio il caso di annunziare ai quattro venti questa decisione. Attenzione, non parlo di legittimità di farlo, ma solo ed esclusivamente di opportunità. Basta considerare che Prodi ha parlato solo di ‘superamento’ dei consorzi e subito dopo si è scatenato il finimondo. Lo si poteva fare tra qualche mese, quando tutto era più chiaro. Ora, invece, l’unico risultato che si è avuto è stato quello di creare anche un allarme di tipo economico vicino a quello ambientale preesistente”. Per Orabona, infatti, al consorzio Ce2 si è già in difficoltà per l’approvvigionamento da parte dei fornitori e ad essi si aggiungeranno le banche che, in un momento poco chiaro, non concederanno più anticipazioni. Per non parlare, poi, delle preoccupazioni per gli 800 dipendenti che fanno fatturare al GeoEco ben 50 milioni all’anno.

Gianluigi SantilloSulla stessa scia anche il presidente dell’altro consorzio non commissariato, il Ce3 di Piedimonte Matese, Gianluigi Santillo, che ha dichiarato: “Quello che è certo, in questo momento, è solo che le decisioni del governo non sono ancora chiare. Non è possibile, però, che si faccia di tutta l’erba un fascio. Il consorzio Ce3 ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati. L’alto casertano (30 comuni serviti su 35 con cento dipendenti) non ha affatto i problemi che vi sono negli altri posti della nostra regione. Non è affatto giusto andare a scombinare un organismo che funziona”. Sia Orabona che Santillo, poi, si dicono entrambi certi che, se saranno sciolti i consorzi per lo smaltimento, non potranno essere superati o accantonati i compiti che gli sono propri. In particolare, Orabona fa un esempio concreto: “I nostri politici non si sono resi conto che in questo momento i cittadini dei 26 comuni serviti dal GeoEco si sono visti risolvere, seppure parzialmente, il problema dal consorzio e non da commissariato di governo. Abbiamo messo a disposizione un nostro fondo per adibirlo a sito di trasferenza per porre fine a quello che era diventato un vero disastro ambientale con le strade delle nostre città stracolme di rifiuti, tanto che stava diventando anche impossibile circolarvi con le autovetture. E, proprio per questo, credo che, comunque, vorranno pure commissariarli questi consorzi, ma, certamente, non farli scomparire. I comuni, ormai, non sono più attrezzati per la raccolta e non è possibile attendere che si attrezzino. C’è, poi, il problema, per nulla affatto secondario, a livello occupazionale per ben ottocento famiglie. I dipendenti chiedono certezze per il futuro. Chissà se la politica pensa quando parla”.

Sandro De FranciscisDel tutto opposto il parere del presidente della Provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, che ha dichiarato: “Ricordo di aver assunto una posizione pubblica il 13 luglio del 2006 sulla necessità di sopprimere i Consorzi obbligatori di bacino per lo smaltimento dei rifiuti. Non posso che compiacermi per l’iniziativa confermata oggi dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, di procedere allo scioglimento per ‘inadempienze ed incapacità’ di 9 di essi, fra cui i quattro della provincia di Caserta”. “Quando ho cominciato a denunciare l’inadeguatezza di questi carrozzoni, in cui si annidano sacche di privilegio e che sono serviti solo ad assecondare la fame di caselle da riempire di tutte le forze politiche che ne hanno condiviso la gestione, – ha continuato De Franciscis – da più parti sono stato accusato di aver messo bocca in qualcosa considerato fino ad allora intoccabile. Ho sempre considerato, però, come un autentico sconcio, non tanto – o non solo – i privilegi toccati a quanti si sono arricchiti con consulenze milionarie, quanto piuttosto la mancanza di produttività dei Consorzi stessi. Il venir totalmente meno, ovvero, alla loro unica ragione di vita: il rafforzamento dei livelli di raccolta differenziata e la promozione di una diversa cultura dello smaltimento dei rifiuti. In Campania, a Caserta in particolare, abbiamo invece assistito ad una girandola di nomine e assunzioni dettate esclusivamente – tranne alcune eccezioni – da ragioni che nulla hanno avuto a che vedere con l’interesse pubblico, motivazioni che ne hanno fatto l’emblema di questo stato di crisi. Facendo salva la posizione di quei lavoratori che con onestà e diligenza hanno svolto il loro lavoro e per i quali auspico la pronta individuazione di forme di ricollocamento nella filiera che andrà a realizzarsi, l’iniziativa annunciata dal Governo e ribadita oggi alla Camera mi trova pertanto d’accordo e rafforza in me l’opinione che i tempi sono ormai maturi per quella rivoluzione da tutti auspicata di una maggiore efficienza del sistema, con compiti e responsabilità finalmente certi”.

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