Indagine Nas Sanità: bocciato il “Moscati”

di Angela Oliva

AVERSA. La sanità italiana nella bufera. Non si tratta, per fortuna, di qualche altro caso di morte dovuto alla malasanità. In causa, questa volta, ci sono le strutture ospedaliere di tutta la penisola.

Tra lievi carenze e gravissime irregolarità, su 854 complessi ospedalieri visitati ben 417 sono risultati non conformi alle regole igienico-sanitarie vigenti. Salvo il Trentino, tutte le regioni italiane vantano degli ospedali ai limiti dell’indecenza, come ha rilevato un’indagine condotta dal nucleo dei Nas dei Carabinieri disposta un anno fa dal Ministro della Salute Livia Turco. In Campania sono stati visitati il Santobono dove è stato riscontrato che in mancanza di posti letto i pazienti vengono ricoverati in camere che potrebbero ospitare al massimo quattro persone ed invece si trasformano in “camerate militari”. Al Fatebenefratelli, addirittura, è scomparso il reparto di malattie infettive. Anche il nosocomio aversano “San Giuseppe Moscati” è stato raggiunto dalla visita dei Nas che non ne hanno tracciato un quadro incoraggiante dato che hanno rilevato l’assenza di attrezzature dedite al lavaggio e alla sterilizzazione delle “padelle”. Sporcizia, umidità, medicinali scaduti, servizi mensa scarsi sono solo alcune delle lacune riportate nel verbale dei Carabinieri. Sarebbe opportuno ricordare cosa diceva una bambina, protagonista del film “Io speriamo che me la cavo”, recitando il suo tema sulla sanità locale: “Se vai a Svizzera campi, se stai a Napoli muori!”.

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