Forza Italia o Pdl…la musica non cambia

di Nicola Rosselli

Silvio BerlusconiA Palermo il Cavaliere ha cambiato nuovamente idea: Fini e Casini sono alleati preziosi. L’altro ieri, così come nei giorni precedenti, il Berlusca aveva affermato il contrario: “Si tengano pure i progetti e le idee, noi ci teniamo i voti”.

Li aveva maltrattati tanto da far dire a Casini che “ci tratta come schiavi”, per poi tendere loro la mano. Stesso discorso con il futuro di Forza Italia. In tre, quattro giorni l’ha sciolta, l’ha fatta risuscitare, l’ha liquidata e poi, almeno ad oggi, l’ha definita cellula matrice, nucleo del nascente Pdl, “partito” o “popolo” che dir si voglia. Berlusconi, insomma, li tratta, questa volta pubblicamente, come tanti suoi dipendenti. Lui pensa, prende una decisione ed i suoi devono obbedire, senza discutere, se vogliono sopravvivere. Insomma, Forza Italia o Pdl, la musica non cambia: gli azzurri devono solo prendere ordini. Non c’è possibilità di un confronto. Non siamo di fronte nemmeno ad un partito-azienda, ma ad un partito-persona che, in questa fase, sarà per l’età, sarà per il famoso motto andreottiano “il potere logora chi non ce l’ha”, sembra perdere colpi. Quella sua lucida strategia sembra essere uno sbiadito ricordo. Anche se gli scudieri azzurri sono pronti a seguirlo fino alla morte sebbene non credano in quello che dicono e fanno in questi giorni. Mai, come ora, si riesce a capire cosa possa essere il famoso partito di carta….“loro si tengano pure i progetti che noi ci teniamo i voti”.

Non è migliore la situazione nel Partito Democratico, dove, al contrario, di capi ce ne sono pure molti e dove le tante idee producono solo confusione. Si parte dalla strana coppia Prodi-Veltroni e si finisce ai tanti capi e capetti locali. Un’idea vincente? Per il momento l’unico risultato ottenuto è quello di “far morire democristiani” tantissimi ex comunisti. Il centro-centro si è praticamente scostato sia dal Pd che dal Pdl (toh, sono simili anche le sigle) e potrebbe decidere, con Casini o con Fini, di dare vita ad un altro polo che potrebbe vedere insieme An, Udc, Udeur, Italia dei Valori, diniani e qualche altro gruppo minore. Un terzo incomodo che né Veltroni né Berlusconi hanno, probabilmente, messo in conto e che potrebbe scompigliare tutte le regole che i due nuovi “padroni” dell’Italia si vogliono dare. A guardare il tutto Sdi, Verdi e la cosiddetta Sinistra Radicale, che rimarrebbero esclusi da ogni gioco.

Scenario utopistico? Chissà , anche se c’è un referendum che, a sua volta, potrebbe scompigliare i progetti di tutti i soggetti in gioco.

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