Simone Righi ancora detenuto in Spagna

di Redazione

Simone Righi durante lSPAGNA. Nonostante la proclamata liberazione diffusa dalle agenzie di stampa mercoledì scorso, l’italiano Simone Righi, bolognese di 36 anni,è tutt’ora detenuto in Spagna.

La protesta di Cadiz“E’ sconcertante quanto accaduto – afferma l’onorevole Marco Zacchera di Alleanza Nazionale – soprattutto per le rassicurazioni diffuse dalle diverse agenzie di stampa nel pomeriggio del 14 novembre attraverso le quali il viceministro degli Esteri, Franco Danieli aveva reso nota la liberazione dell’italiano arrestato il 7 ottobre”. Un caso, come riportato dalle agenzie che lo stesso viceministro aveva seguito ‘Fin dall’inizio attraverso le nostre strutture diplomatico- onsolari, attivando i necessari passi sia nei confronti dell’autorità giudiziaria, che di quella politica e mantenendo i contatti con i familiari e con gli avvocati’. “Peccato – prosegue Zacchera – che la vicenda non è ancora conclusa fintanto che non sarà pagata la cauzione di 9mila euro disposta dal giudice spagnolo. Spero che quanto prima – conclude il responsabile Esteri di An – l’onorevole Frattini, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per il portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, accerti eventuali violazioni di trattati comunitari a danno del connazionale Righi e soprattutto chi nel caso debba pagare la cauzione di 9mila euro per la sua liberazione”.

Simone Righi è stato arrestato lo scorso 7 ottobre a Cadiz durante una manifestazione contro le uccisioni sistematiche di animali all”interno di un canile municipale. Per lui l’accusa di tentata aggressione ai danni del sindaco della città andalusa. E’ stato caricato, picchiato e arrestato da cinque poliziotti e portato in carcere. Da allora nessuno l’ha più visto, anche ai familiari e al suo avvocato è stata negata ogni visita. Le accuse nei suoi confronti, come spiega la compagna Anna Fiori: “Abbiamo dimostrato che sono prive di fondamento”. Ed infatti il tribunale spagnolo ha accolto il ricorso per la scarcerazione ma fissato una cauzione di 9mila euro per la libertà vigilata in attesa del processo. Una cifra che la sua famiglia non può permettersi. La manifestazione a cui partecipava Righi era nata dopo la morte di Olly, Vito e Maggie, i tre cani che lui accudiva con la sua compagna. “Simone ed io – spiega Anna – avevamo lasciato i nostri animali nel canile El Refugio, perché, dovendo partecipare ad una fiera nel capoluogo andaluso, non potevamo tenerli con noi, le leggi spagnole lo impediscono. Per tre giorni i cani sarebbero dovuti restare sotto la custodia dei responsabili del rifugio, ma non è stato così.

Quello non è un canile, è un lager quando siamo andati a riprenderli, abbiamo scoperto che Olly si trovava morta all”interno di un freezer, mentre degli altri due non c”era più traccia”.

Durante la protesta, il sindaco di Cadiz è uscito dalla chiesa con alcuni amministratori. “Al loro indirizzo sono stati lanciati slogan ma la protesta era assolutamente pacifica e senza alcun tipo di disordine”, racconta Anna. Alla fine, però, la Guardia Civil ha caricato i manifestanti. Secondo la compagna di Righi, la polizia spagnola aveva già lei e Simone come obiettivo, tant’è che la stessa ritiene di non essere stata arrestato solo perché alcuni manifestanti l’hanno spinta indietro. Sui motivi che avrebbero portato a tale atteggiamento da parte del comune di Cadiz e della polizia, Anna dice che il Comune, finanziatore del canile, abbia paura di essere coinvolto nel caso della morte dei cani e delle condizioni a cui sono costretti gli animali nella struttura.

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