La Procura toglie l”inchiesta a De Magistris

di Antonio Taglialatela

Luigi De MagistrisCATANZARO. Colpo di scena nell’inchiesta “Why Not” che vedrebbe coinvolti il ministro della Giustizia Clemente Mastella e il premier Romano Prodi. La Procura di Catanzaro ne ha sollevato dall’incarico il pm titolare, Luigi De Magistris. Il motivo sarebbe legato all’incompatibilità del magistrato ad indagare su Mastella, il quale ha chiesto il suo trasferimento.

La decisione è stata adottata dal procuratore generale Dolcino Favi, che ha applicato l’articolo 372 lettera A del codice di procedura penale, secondo il quale il procuratore è obbligato a disporre l’avocazione dell’inchiesta nel momento in cui si presenti una situazione di incompatibilità con il titolare dell’inchiesta stessa. “Se questa notizia è veritiera, non avendo ricevuto alcuna notifica, ci avviamo al crollo dello stato di diritto, registrandosi anche, nel mio caso, la fine dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati quale potere diffuso”, ha commentato a caldo De Magistris, lamentandosi poi dell’ennesima fuga di notizie riservate che riguardano il suo ufficio, le sue indagini e la sua persona.

Dal congresso nazionale delle camere penali a Treviso, il Guardasigilli Mastella ha detto di essere sereno, in attesa dei giudizi, come per il caso del Calcio Napoli da cui è stato prosciolto. “Bisogna comportarsi con serenità – ha affermato – e aspettare il giudizio terzo che arriva. Lede la giustizia motivare tutto in maniera chiassosa. Io rendo omaggio a tantissimi magistrati seri che, in anonimato, con umiltà, pazientemente e tra molte difficoltà, applicano la giustizia”. L’inchiesta di De Magistris riguarda un presunto comitato d’affari, con sede nella Repubblica di San Marino, che avrebbe gestito ingenti fondi pubblici europei e statali destinati alla Regione Calabria. Al centro delle indagini il numero di un telefono cellulare intestato alla Camera dei deputati. Numero registrato nella rubrica dell’imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria, che poi si è scoperto appartenere a Mastella. A carico del ministro ci sarebbero le accuse di finanziamento illecito al partito, truffa e abuso d’ufficio, quest’ultimo reato contestato anche a Prodi. Nelle ultime ore si è appreso che nei confronti di Mastella non figura, come invece era stato detto, l’accusa di violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete (massoneria).

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