Al danno si aggiunge la beffa: Napoli-Genoa 1-2

di Redazione

il gol di Sculli che beffa Gianello nel finaleNAPOLI. Una domenica in cui è davvero difficile parlare di calcio per chi ad ogni incontro segue gli azzurri sugli spalti. La giornata è splendida ed il sole illumina i viali semideserti intorno allo stadio.

A Fuorigrotta sembra di essere in un giorno d’agosto, pochi passanti e qualche genoano guardano la partita nei bar o nelle pizzerie nei dintorni del San Paolo. Un’unica idea fissa: oggi ha perso un grande evento e una bella occasione l’intero movimento calcistico italiano. Dopo anni avremmo rivisto Napoli – Genoa in Serie A, un match sempre particolare con le due tifoserie gemellate che danno vita ad uno spettacolo senza eguali nel nostro paese…

il rigore siglato da DomizziEdy Reja ritrova el pocho Lavezzi e la forza di Blasi a centrocampo, conferma Garics sulla fascia destra e mette dal primo minuto Bogliacino al posto di un Hamsik che ultimamente è apparso piuttosto affaticato. Quindi il Napoli scende in campo con il solito assetto tattico: 3-5-2.

Dall’altra i rossoblu scendono in campo con un insolito 4-4-2, con Milanetto in cabina di regia e Leon alle spalle di Borriello. Mentre dietro la coppia, De Rosa e Lucarelli, dirige il reparto difensivo.

La gara si gioca in un’atmosfera surreale, alla quale speriamo di non dover più assistere, il San Paolo vuoto mette malinconia. Il clima totalmente diverso dall’ultima volta, in cui le squadre si sono incrociate, si riflette anche sull’atteggiamento e sull’approccio alla partita dei calciatori.

L’incontro, infatti, inizia con ritmi abbastanza blandi, Lavezzi prova qualche percussione ben controllata dalla difesa genoana, mentre Borriello tenta di impensierire la difesa azzurra con dei tagli molto veloci.

Il primo tentativo verso la porta avversaria è comunque dell’argentino Lavezzi, che tira da fuori area ma la conclusione viene deviata e Scarpi addomestica con calma. Al ’12 minuto però i liguri ripartono molto bene con una manovra ampia, il francese Konko scambia con Leon in sospetta posizione di fuorigioco, il giocatore honduregno crossa basso e forte per l’accorrente Borriello che viene anticipato da Cannavaro, ma il pallone finisce alle spalle di Gianello: il Genoa è in vantaggio, grazie ad un autogol.

La partita inizia in salita senza tifosi e sotto di un gol, i partenopei perdono la bussola e dopo solo un minuto Cupi sbaglia un passaggio davanti alla difesa, servendo involontariamente Leon che tenta il colpo da trenta metri, Gianello blocca in due tempi.

Al quarto d’ora si sveglia finalmente il Napoli, Blasi serve Zalayeta in area, l’uruguaiano stoppa di petto e tira ma c’è la deviazione attenta di De Rosa. Al ‘21 El Pocho si procura un calcio piazzato, la sua battuta viene respinta dalla difesa, Garics recupera la palla e mette in mezzo per Cannavaro, lo stopper colpisce di testa ma la conclusione è alta. Alla mezz’ora Gargano recupera un buon pallone sulla trequarti e serve Zalayeta, i due riescono a chiudere un buon triangolo ma il centrocampista tira di prima e manda la palla alle stelle. Al ‘32 risponde il Genoa, dalla sinistra Milanetto serve in profondità Borriello, la conclusione dell’ariete genoano è debole. La squadra di Reja è troppo lenta nelle ripartenze e consente al Genoa di rientrare ed occupare tutti gli spazi, intasandoli e bloccando la manovra degli azzurri. Il tecnico del Napoli, allora, cambia completamente il modulo di gioco, l’allenatore toglie, infatti, Cupi e inserisce Hamsik. Il Napoli passa dal 3-5-2 al 3-4-2-1, con Lavezzi e Bogliacino in appoggio a Zalayeta.

Al ‘34 Lavezzi si allarga sulla destra e prova la conclusione, ma la palla termina ancora alta. Tre minuti dopo Garics cambia gioco sulla sinistra, Domizzi pesca Hamsik, lo slovacco mette al centro per l’accorrente Lavezzi che di prima intenzione sfodera un gran destro, ma il pallone termina di pochissimo sulla trasversa difesa da Scarpi.

Il secondo tempo inizia con le stesse formazioni, il Genoa parte con il piede sull’acceleratore. Dalla fascia sinistra Danilo serve Borriello, l’attaccante prova la rovesciata ma la palla è debole e Gianello non ha problemi.

Al ‘48 il Napoli inizia a giocare realmente, discesa di Marek Hamsik che serve Zalayeta, la pantera azzurra controlla la sfera, si gira e cerca la conclusione ma Bovo è bravo e riesce a chiudere in angolo.

Al ‘50 un instancabile Lavezzi recupera palla sulla trequarti e s’invola in area, Konko e De Rosa lo stringono e l’argentino cade a terra, l’arbitro Pierpaoli fischia un penalty generoso. Dal dischetto va Domizzi, nel silenzio pesante del San Paolo il difensore è perfetto: pallone a destra, Scarpi a sinistra. Il Napoli pareggia, 1-1.

Al ‘63 Hamsik addomestica una respinta della difesa genoana e prova una conclusione formidabile, ma il portiere genoano vola e mette in angolo. Dalla bandierina va lo stesso centrocampista slovacco, la palla carambola fuori area, dove Lavezzi prova il colpo di prima intenzione impegnando in due tempi Scarpi.

Sculli beffa nel finale Gianello: è 1-2Questo è il miglior momento del Napoli, gli azzurri finalmente tengono palla e seppure macchinosi creano qualche grattacapo alla difesa ligure. Reja però cambia ancora, il tecnico friulano fa uscire un discreto Bogliacino ed inserisce il Pampa Sosa. Il Napoli si presenta, dopo la gara contro il Livorno, con le due torri. In realtà da questa scelta finisce la partita, i partenopei, infatti, si affidano solo ai lanci lunghi, scartando qualsiasi altra possibilità se non la spizzata di uno dei due lunghi per Lavezzi o Hamsik. All’84 Lavezzi fa un cross alto, la sfera attraversa tutta l’area ma nessuno riesce ad impossessarsene e l’azione sfuma. All’86° c’è l’ultimo sussulto del Napoli dagli sviluppi di un calcio d’angolo Cannavaro, servito da Domizzi, spedisce sull’esterno della rete.

Ma a due minuti dal triplice fischio finale Borriello se ne va sulla sinistra e prova la conclusione che però è chiusa da Domizzi. Il genoano, allora, recupera palla e serve Sculli, lasciato incomprensibilmente solo in area di rigore. L’attaccante schiaccia di testa indisturbato un pallone che colpisce il palo interno e finisce alle spalle di un Gianello immobile.

Il Genoa trova un vantaggio insperato e forse immeritato, ma il calcio è anche questo. Durante la gara gli azzurri sono sempre andati alla rincorsa degli avversari da un punto di vista tattico, senza mai imporre il proprio impianto di gioco ad un Genoa ben organizzato e quanto mai cinico. Nel miglior momento per i padroni di casa Reja ha mutato gli assetti, commettendo forse un errore fatale. La mancanza del pubblico è stata, infine, l’elemento fondamentale che ha caratterizzato l’impostazione stessa della partita, la squadra del Napoli, oramai, vive un rapporto simpatetico con i propri tifosi, ma dovrà abituarsi alla loro assenza viste le ultime valutazioni della Lega Calcio…

Nel prossimo mese si preannuncia un trittico molto difficile contro Inter, Roma e Juventus, nelle prime due è quasi certo il divieto di andare in trasferta per i supporter napoletani.

LE PAGELLE DEGLI AZZURRI

Gianello 5, il portiere non fa una prestazione all’altezza delle ultime gare, sul primo gol non tiene la linea della difesa più alta, mentre nell’occasione della rete di Sculli è immobile.

Cupi 5, anche lui è fuori fase e indicativo l’errore che commette poco dopo aver subito lo svantaggio. Dal ’32 entra al suo posto Hamsik 6.5, alla vigilia si pensa sia a corto d’ossigeno ma la sua entrata da almeno un po’ di brio alla manovra, se gli fosse riuscita la magia da fuori, adesso staremmo parlando d’un’altra gara.

Cannavaro 5, l’autogol condiziona l’intera prestazione, il difensore napoletano tenta di riscattarsi in varie occasioni ma non gli riesce nulla.

Domizzi 7, il Napoli subisce la prima rete quando lui è distante dall’azione, difatti quando è in area non c’è ne per nessuno. Oramai le parole si sprecano.

Garics 5.5, l’esterno austriaco prova qualche sortita sulla fascia ma non è incisivo.

Blasi 5.5, la sua prestazione è ancora una volta generosa, ma si merita l’insufficienza per aver rimediato l’ennesimo cartellino giallo, questa volta inutile e pesante poiché il centrocampista salterà la gara di San Siro.

Gargano 6, la solita molla tra difesa e attacco, ma oggi i compagni dai piedi buoni non sono ispirati.

Bogliacino 6-, poteva essere la sua occasione, partendo dal primo minuto poteva mettere in mostra le sue doti tecniche, ma forse oggi è la partita storta per tutti. Dal ’61 entra Sosa 5.5, quando inizia a giocare si calpesta un po’ i piedi con Zalayeta, mentre dopo l’entrata di Calaiò non riesce ad essere incisivo, sciupando l’unica occasione che ha.

Savini 5, gioca prima da esterno poi da centrale, ma la musica non cambia.

Lavezzi 6.5, tanta corsa e volontà, tenta sempre di saltare l’uomo e mostra di stare comunque in forma. Magari avesse avuto un po’ di fortuna il voto sarebbe molto più alto.

Zalayeta 5.5, durante la prima ora di gioco con la squadra allo sbando è l’unico riferimento in avanti, con il passare dei minuti cala d’intensità. Dal 74′ al suo posto Calaiò 5, ancora una volta entra a partita in corso, ha un’opportunità e la spreca. Deve aggiustare la mira.

All. E. Reja 5, non si aspettava il centrocampo del Genoa così folto, lo svantaggio lo fa andare in tilt, così inizia a muovere le pedine in campo alla ricerca di un equilibrio tattico che non arriva. La scelta di togliere Bogliacino per mettere Sosa è difficile da comprendere, da quel momento gli azzurri non giocano più palla a terra e sembrano quasi accontentarsi di un pareggio, che alla fine nemmeno arriva…

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