Nel big match dell”Olimpico l”Inter straccia la Roma 4-1

di Redazione

Ibra e Figo esultanoROMA. Allo stadio Olimpico si respira l’aria del grande evento, gli spettatori sono circa 60.000 e la presenza di interisti abbastanza consistente.

Purtroppo il pre-partita è macchiato da episodi di violenza, infatti nei dintorni dello stadio sono accoltellati due tifosi nerazzurri, s’aspettano decisioni della Lega, soprattutto dopo la chiusura del San Paolo per uno striscione ed il lancio di una bottiglietta…

Spalletti propone la Roma di sempre con Totti vertice alto della squadra, le tre mezze punte Giluy, Mancini e Perrotta, davanti alla difesa Pizarro e De Rossi, in difesa la coppia Juan-Mexes.

Mancini, invece, sorprende un po’ tutti, schierando un’Inter inedita: difesa a quattro, centrocampo a tre con Stankovic, Dacourt e Cambiasso; Ibrahimovic unica punta con Cesar e Figo in supporto.

Roma-InterI ritmi sono subito alti. I giallorossi provano a fare la partita, mentre la formazione di Mancini attende e cerca il contropiede vincente. Nei primi venti minuti la Roma ha due buone occasioni: la prima su punizione di Totti chiusa da Julio Cesar, che fa poi il miracolo sul tapin di Mancini. La seconda al ’22 minuto quando lo stesso centrocampista brasiliano della Roma tenta con un destro da fuori di segnare, ma è ancora attento il portiere dell’Inter. Dall’altra parte Ibrahimovic sembra troppo isolato, anche se prova in diverse occasioni qualche magia, ma non gli riescono.

Al ’28 c’è l’episodio chiave, Totti batte un angolo corto, Maxwell ruba palla e va via a Pizarro, dando vita al contropiede nerazzurro. Il terzino, infatti, serve Cesar che si divora un gol a tu per tu con Doni. Sulla respinta del portiere brasiliano arriva prima di tutti Ibrahimovic che colpisce di testa ma sulla linea Giuly “para” il tiro. L’arbitro non ha scelta: rigore ed espulsione ineccepibili.

Il numero 8 interista va sul dischetto e firma il vantaggio, anche se Doni intuisce il tiro che però è decisamente forte. Ibrahimovic dimostra di non essere un rigorista con quelle leve così lunghe. Ma è molto bello il gesto post-gol quando lo svedese dedica la rete ad Adriano seduto in panchina.

La Roma, con l’uomo in meno ed in svantaggio, è oramai in bambola. L’Inter è la vera padrona del campo, i nerazzurri però non provano a chiudere la gara. Gli uomini del Mancio amministrano soltanto il vantaggio e aspettano la fine della prima frazione.

Nel secondo tempo i romanisti partono fortissimo, ma gli attacchi si infrangono su Walter Samuel ritornato a livelli altissimi, lo stopper alla fine della gara sarà il migliore in campo.

L’Inter, inoltre, perde alcuni giocatori fondamentali: Dacourt per un problema inguinale e Ibra per una botta al collo del piede. Ai loro posti ci sono Crespo e Cruz, Mancini allora schiera un’Inter a due punte con il 4-4-2.

All’ottavo minuto Maxwell commette una grave disattenzione, Pizarro gli ruba palla in piena area di rigore e la consegna a Perrotta che insacca il pari. La Curva Sud esplode in un boato incredibile.

L’Inter però ha subito una grande reazione e inizia a giocare un calcio straripante, chiudendo i giallorossi nella propria area di rigore. Cruz ci prova subito con una botta dal limite ma è solo palo. Il vantaggio invece lo sigla Crespo che ribatte con una bella sforbiciata la respinta di Doni su un destro di Cambiasso, è 2-1.

Tre minuti dopo la partita finisce definitivamente grazie al Jardinero Cruz, l’attaccante argentino difatti va a segno con rasoterra angolato da fuori area. E’ il KO definitivo.

La Roma ha commesso troppe imprudenze. In particolare, dopo il pareggio, i giallorossi volevano giocarsi la partita alla pari e sono rimasti con la difesa troppa alta, lasciando spazi alle ali nerazzurre, oggi davvero ispirate.

I campioni d’Italia, invece, si riscoprono prepotenti e audaci come lo scorso anno. Quindi straripano e forse contro questa Roma si tolgono anche qualche sassolino dalle scarpe…

Il colombiano Cordoba, infatti, trova il 4-1 con un’incornata sul secondo palo dopo un cross vellutato di Luis Figo In seguito a questo gol il tecnico interista richiama i suoi e gli chiede di abbassare i ritmi: martedì c’è la Champions. Alla competizione europea dovrà partecipare anche la Roma, così Spalletti richiama Mancini, Panucci e Totti in vista della partita contro il Manchester Unted.

Negli ultimi minuti c’è solo il tempo per far tornare a galla vecchie ruggini tra Mexes e Cesar che si beccano anche dopo il triplice fischio dell’arbitro. Dacourt seda tutto portando lui stesso lo stopper della Roma negli spogliatoi.

L’Inter vince e torna a far paura. Questa vittoria di certo non dà responsi definitivi, ma Mancini e la sua squadra rispondono in modo deciso alle critiche dei media e lanciano segnali forti a tutte le concorrenti per il tricolore.

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