Gran Bretagna dà via libera agli embrioni “chimera”

di Antonio Taglialatela

La decisione della Hfea ha mosso la questione eticaLONDRA. Via libera delle autorità britanniche alla creazione di embrioni ibridi per metà uomo e metà animale, i cosiddetti “embrioni chimera”, per la ricerca su malattie come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer.

Ad annunciarlo la Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea) alla quale lo scorso anno due equipe di scienziati, una della Newcastle University e l’altra del King’s College di Londra, avevano chiesto il permesso di poter unire ovuli animali con quelli umani per creare embrioni di genere “ibrido citoplastico”, che sarebbero per il 99, 9% umani e per lo 0,1% animali (mucche o conigli). A quel punto la Hfea si è riservata di realizzare un sondaggio su un campione di 2mila, da cui è emerso che la maggioranza degli intervistati (61%) approva la richiesta delle due equipe di ricerca, poiché può aiutare a capire alcune malattie. Gli scienziati, tra cui il professor Ian Wilmut, che ha collaborato alla clonazione della pecora Dolly, ritengono gli embrioni ibridi una fonte ricca di cellule staminali utili per studiare e sviluppare nuove cure verso gravi malattie, senza contare che l’utilizzo degli ovuli animali risolverebbe il problema della scarsità di ovuli umani. Le leggi della Gran Bretagna prevedono che gli embrioni debbano essere distrutti dopo 14 giorni. Ma la Hfea, che nei prossimi mesi deciderà definitivamente sulle due applicazioni richieste, chiarisce: “Non è un totale semaforo verde per la ricerca ibrida citoplasmica, ma il riconoscimento che questa aerea di ricerca può, con uno scrutinio attento e scrupoloso, essere consentita”. Ma i gruppi religiosi e gli oppositori alla ricerca condannano la decisione dell’autorità: secondo loro mischiare geni umani con quelli animali è immorale e sbagliato. Tra questi monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che commenta: “Un atto mostruoso contro la dignità umana. E’ necessario che la comunità scientifica si mobiliti quanto prima. Riteniamo che anche questo governo britannico ha ceduto di fronte alle richieste di un gruppo di scienziati certamente contro la morale”. In Cina, Usa e Canada gli scienziati hanno già portato avanti esprimenti simili.

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