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Bush prende di mira Castro. I cubani: “Un mediocre”
NEW YORK. Il “fantasma” Bin Laden probabilmente ha fatto il suo tempo e così Bush si sceglie un altro bersaglio, il leader cubano Fidel Castro. Durante la 62esima assemblea generale dell’Onu, il presidente americano, a sorpresa, ha lanciato una frecciata al regime di Cuba.
“Il lungo regime di un dittatore crudele è quasi alla fine. Il popolo cubano è pronto per la libertà e le Nazioni Unite devono premere perché ci siano libertà di parola, di assemblea e di elezioni competitive”. Un attacco che ha suscitato l’indignazione dei componenti della delegazione cubana presente all’assemblea, i quali hanno lasciato la sala in modo plateale. Dopo qualche ora, il ministro degli Esteri cubano, Felipe Perez Rogue, ha spiegato che l’abbandono della sala da parte della delegazione ha voluto esprimere “un profondo segnale di rifiuto della dichiarazione arrogante e mediocre del presidente Bush”. Insomma, quando tutti si aspettavano una replica al leader iraniano Mahmud Ahmadinejad, il presidente americano ha invece ignorato quest’ultimo e spostato il tiro su un “vecchio conoscente” degli Stati Uniti.
Inoltre, Bush ha illustrato alle Nazioni Unite la sua “lista di cattivi”, ed in questa l’Iran è presente, assieme a Cuba e Zimbabwe. Non è mancato il capitolo sulla protesta in Myanmar (ex Birmania) dove è sempre più vicina la resa dei conti tra la giunta militare e i manifestanti. Bush ha annunciato nuove sanzioni economiche contro il governo del Myanmar e si è detto “sdegnato” per la situazione nel Paese, invitando le altre nazioni del mondo ad unirsi alla pressione sulla giunta militare che da 19 anni impone “un regno di paura” e soffoca le libertà di base. Il presidente ha poi messo in contrapposizione le violazioni dei diritti umani nel mondo, dalla Bielorussia alla Corea del nord, dalla Siria all’Iran, con i leader impegnati per la democrazia in Libano, in Iraq e tra i palestinesi.
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