Omicidio Sanremo, “Delfino era capace di uccidere ancora”

di Antonio Taglialatela

Delfino arrestato dalla Polizia dopo l'omicidio, era ancora con le mani insanguinateSi alimenta la polemica sulle “scarcerazioni facili” dopo l’omicidio di Maria Antonietta Multari compiuto a Sanremo venerdì scorso dal suo ex fidanzato Luca Delfino, 29 anni, il quale era in libertà nonostante fosse indagato per un altro omicidio, quello di un’altra ex fidanzata, Luciana Biggi, trovata morta in un vicolo del centro storico di Genova nell’aprile dello scorso anno.

Era stato scarcerato per insufficienza di prove. Venerdì, invece, in occasione del delitto compiuto nel pieno centro di Sanremo, in via Volta, davanti ad una folla di persone, Delfino è stato colto in flagrante, tra le mani aveva ancora il coltello usato per infliggere colpi mortali alla 33enne, che lavorava come commessa in un negozio di abbigliamento.

A suscitare clamore sono le rivelazioni del capo della squadra mobile Claudio Sanfilippo. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera nell’informativa fatta diramare dagli investigatori all’epoca del primo delitto, Luca Delfino era descritto come “un individuo molto pericoloso, violento, capace di uccidere una seconda volta”. Nonostante la polizia avesse fornito pesanti indizi nei confronti di Delfino, il pm titolare dell’inchiesta Enrico Zucca decise di non incarcerarlo. Non c’erano prove sufficienti per mettere l’uomo in prigione. Lo stesso magistrato si difende: “Mi dispiace per i genitori ma ho applicato la legge”. In sua difesa scende anche l’Associazione Nazionale Magistrati che, nella persona del presidente Giuseppe Gennaro, dice che “serve rispetto, difficile giudicare a distanza…”. Una risposta implicita, quella del presidente dell’Anm, rivolta soprattutto al ministro della Giustizia Clemente Mastella il quale nei giorni scorsi aveva dato mandato ai suoi uffici di acquisire ogni elemento d’informazione riguardante i procedimenti delle scarcerazioni facili di numerose procure della Repubblica fra quali anche quella di Genova.

Luca DelfinoDetenuto nel carcere di Valle Armea, Luca Delfino durante gli interrogatori si è avvalso della facoltà di non rispondere, in attesa del suo legale, in vacanza all’estero. Intanto, il padre di Maria Antonietta, Rocco Multari, attacca la magistratura che aveva concesso la libertà all’assassino: Valuterò, insieme ai miei legali, la possibilità di intraprendere azioni specifiche contro i magistrati. Se non sussistevano le condizioni per arrestarlo c’erano quelle per sorvegliarlo oppure impedirgli di allontanarsi dal Comune di residenza. Non vogliamo vendetta, solo giustizia e chi ha sbagliato deve pagare”.

Stamani, alle 11, è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Maria Antonietta, che viene svolta dal professore di medicina legale genovese, Francesco Ventura. L’esame autoptico dovrà verificare il numero di coltellate inferte alla vittima, la direzione e successione. Lo stesso Ventura, oggi pomeriggio alle 17, andrà in carcere, in Valle Armea, per un accertamento medico sulle ferite da taglio riportate dall’assassino durante la colluttazione. All’autopsia assiste anche il medico legale di Vallecrosia, Giovanni Palombo, nominato dalla famiglia di Maria, attraverso l’avvocato Marco Bosio.

I funerali di Maria Antonietta verranno celebrati domani pomeriggio, presso la chiesa di San Rocco, a Vallecrosia.

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