Si legge sempre meno

di Redazione

 Ogni anno la situazione peggiora sempre di più. Si legge sempre meno e, spesso, la lettura è di bassa qualità. Il mondo dei libri e dei librai si sono completamente modificati.

Le librerie si sono completamente trasformate in “simil centri commerciali” dove il libro è solo uno dei prodotti insieme a tanti altri che fanno da traino commerciale; ormai si è consolidata la scelta del co-marketing (vendo un prodotto che ne fa vendere un altro) e del marketing emotivo (il layout, i colori della libreria e del libro, la copertina, la descrizione, inducono il potenziale lettore ad un acquisto che non leggerà forse mai). Il mercato librario è sempre più referenziale: è ormai noto che la recensione è un esercizio accademico che sempre più spesso manifesta limiti in termini di promozione di un titolo e di un autore. Sempre più spesso esula dall’atto critico e diviene strumento di marketing. Gli uffici stampa cercano recensioni non per aprire discussioni critiche intorno a testi che si ritengono importanti, bensì per fare sapere che un titolo è uscito. Nell’ultima indagine Istat emerge che ci sono più di venti milioni di persone che nell’ultimo anno non hanno letto un libro, leggono più le donne che gli uomini, si legge più al nord che  al sud; la mancanza di tempo libero, la noia della lettura e la preferenza per altri svaghi rappresentano le principali motivazioni di chi non legge. Ogni giorno si pubblicano 170 libri e solo pochi titoli vendono almeno una copia. Il non leggere rappresenta sicuramente un problema che un mondo politico dovrebbe affrontare; è in fase di approvazione una legge sull’editoria ma i tempi sono ancora molto lunghi. Intanto alla Camera è stata approvato un emendamento che prevede l’abolizione della legge sul prezzo fisso, dopo quattro anni di sperimentazione. Ed invece cosa si fa per incentivare la lettura? L’impegno in tal senso è lasciato a fondazioni, associazionismo, forum di lettori (ad esempio La Repubblica dei lettori, Liber Libri). Ed il mondo editoriale come si sta organizzando in questo contesto destrutturato? Si sta assistendo ad un percorso darwiniano in cui riescono a resistere ed a competere solo gli operatori più forti Feltrinelli, Mondadori, Ubik (Fastbook), Giunti, Coop Librerie che stanno rafforzando la loro presenza lungo tutta la filiera editoriale fino alla fase commerciale con la nascita di sistemi di franchising (ad eccezione di Feltrinelli che ha punti di vendita diretti) che stanno mettendo seriamente in difficoltà le piccole librerie indipendenti. La sensazione è di assistere ad un progetto complessivo asimmetrico, non coordinato, dove ogni attore, in un mercato completamente deregolamentato, va nell’unica direzione degli interessi economici; e pertanto è indispensabile quanto prima intervenire con una legge per la ristrutturazione dell’intero settore per mettere fine a questo processo di deriva letteraria.

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