L’utopia della speranza possibile

di Redazione

DialogUE ItaliaAVERSA. L’avvocato Luigi Massa, coordinatore regionale di “DialogUE Italia”, risponde ai commenti apparsi su Pupia in merito alla sua lettera aperta ai giovani politici aversani.

Riceviamo e pubblichiamo:

Molti sono stati i commenti e le reazioni alla mia lettera aperta ai giovani politici recentemente pubblicata. Commenti tutti all’insegna di un certo interesse. Una manifestazione variegata di attenzione che mi ha confermato nell’idea di quanta vitalità e partecipazione i giovani sappiano esprimere se coinvolti su temi forti e di sostanza. Ebbene, tra le tante considerazioni, quella di un mio coetaneo mi ha sinceramente colpito, non solo per la spontaneità, ma anche per l’attualità del concetto di fondo espresso, peraltro, in una maniera assolutamente delicata. Dopo essersi complimentato, infatti, questo ragazzo mi ha rivolto il seguente interrogativo: “…te la prendi se ti definisco un inguaribile utopista?”. A questa domanda vorrei offrire oggi una risposta o, quanto meno, una possibile risposta, perché il quesito è dirimente rispetto alla scelta di impegno e responsabilità che noi giovani siamo chiamati a fare dinnanzi alle insidiose ma anche affascinanti sfide che la società moderna ci propone. Ovviamente, non mi sono sentito per nulla offeso. Al contrario! Basti pensare a come e quanto i più straordinari cambiamenti e progressi nella storia umana vadano ascritti proprio a coloro che, nella considerazione generale della gente, venivano indicati come “utopisti” per ritenermi onorato della definizione. Indegnamente onorato, magari; ma onorato. D’altra parte, quale incolmabile debito di gratitudine dobbiamo all’utopia di persone come Martin Luther King, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta o, per restare più vicini alle nostre radici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Don Peppino Diana? Ciascuno, a suo modo e per la parte di mondo che gli era affidata, al servizio di un sogno, una vocazione, un ideale, di un’utopia, appunto! Un’utopia tanto più grande agli occhi della gente quanto più alto ed inarrivabile pareva il progetto di vita cui ciascuno di essi tendeva. Un’utopia la fine della segregazione razziale, un’utopia l’affermazione del diritto alla libertà con la non-violenza, un’utopia la cura dei più poveri tra i poveri, un’utopia la lotta alla Mafia ed alle mafie. Utopie, però, che, sulla vita e sul sacrificio di tanti uomini e donne, si sono realizzate e continuano a realizzarsi. E forse, oggi, c’è necessità proprio di recuperare un po’ di sana utopia! Soprattutto per noi giovani. E non quell’utopia figlia della rassegnazione, del pessimismo o del disincanto; ma quella che nasce e si alimenta della passione per ideali forti e per valori condivisi; quella che si radica nella speranza sì di un mondo migliore, ma nella consapevolezza che a quella speranza va dato un volto per essere riconoscibile, una voce per farsi sentire, un pensiero per offrire soluzioni, della braccia per realizzarle, un cuore per viverla nel quotidiano… L’utopia della speranza possibile è la mia utopia. Mi auguro diventi presto l’utopia di tanti.

LUIGI MASSA

www.dyalogue.eu

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