Veltroni: il giorno del Partito democratico

di Redazione

Walter VeltroniTORINO. “Fare un’Italia nuova: è questa la ragione, la missione, il senso del Partito Democratico. Riunire l’Italia, farla sentire di nuovo una grande nazione cosciente ed orgogliosa di sé. Unire gli italiani, unire ciò che oggi viene contrapposto: nord e sud, giovani e anziani, operai e lavoratori autonomi. Ridare speranza ai nuovi italiani, ai ragazzi di questo Paese convinti, per la prima volta dopo il dopoguerra, che il futuro faccia paura, e che il loro destino sia l’insicurezza sociale e personale. Per questo nasce il Partito Democratico.”

Walter Veltroni

Comincia con queste parole, dalla sala gialla del “Lingotto” di Torino, il viaggio di Walter Veltroni alla guida del Partito Democratico. Un’ora e mezza circa di un discorso che esprime appieno l’identità del sindaco di Roma. Una scenografia intimista, che punta sulla volontà di creare un’armonia collettiva, un senso della partecipazione di tutti che Veltroni stesso richiamerà nel suo discorso. Supportato da un’indiscutibile capacità comunicativa, il discorso di Veltroni s’incentra fortemente su principi etici, prima che politici. Il desiderio, la necessità, di una riforma della classe politica che parta dallo stemperamento dei toni del confronto da parte di tutti. L’idea – inusuale nell’attuale panorama politico italiano – di voler guardare al futuro, senza nostalgie per il passato, con uno spirito nuovo, che s’incarichi di rappresentare non due Italie, ma una sola, appartenente a tutti. Mira al concreto, dunque, Veltroni. Parole che trasudano la sensazione, forte, di una politica diversa, che in primo luogo bada all’integrazione del singolo, più che alla cattura del consenso elettorale. Parla di cambiamento, di futuro, senza imbarazzo, proponendo l’immagine forte di un partito che dovrà essere “il partito del nuovo millennio, un partito aperto che si propone, perché vuole e ne ha bisogno, di affascinare quei milioni di italiani che credono nei valori dell’innovazione, del talento, del merito, delle pari opportunità.” I cardini del discorso veltroniano sono quattro: precarietà, ambiente, patto tra le generazioni e sicurezza.

Il problema che il Pd s’incaricherà di risolvere, dice Veltroni, E’ la precarietà soprattutto dei giovani, dei nostri ragazzi, delle nostre ragazze. In un tempo fantastico della vita viene chiesto loro solo di “aspettare”. Aspettare di avere un lavoro certo, un mutuo per la casa e, con questi, la possibilità di mettere su famiglia e avere dei figli. La vita non può essere saltuaria. La vita non può essere part-time. Un imprenditore può assumere così, all’inizio, ma poi spetta alla comunità rendere certo l’incerto, per il ragazzo e per l’impresa. Un tema, quello della precarietà, che viaggia assieme a quello della crescita del Paese, che deve aprirsi, senza timori. Perché La ripresa economica non è né di destra né di sinistra: è un bene per tutto il Paese”. Stessa cosa anche per la sicurezza che “è un diritto fondamentale, non ha colore politico e chi governa ha il dovere di garantire integrazione e legalità”.

Il rilancio delle qualità del Paese, quindi, come risposta alla crisi che attanaglia l’Italia. Una crisi dalla quale, lentamente, si sta uscendo anche grazie alla riduzione del deficit – chiosa Veltroni. Anche se, nel prossimo anno, un passo importante sarà l’alleggerimento della pressione fiscale. Compito del nascituro Pd sarà, secondo il primo cittadino di Roma, quello di creare una forte cerchia di soggetti democratici, aprendo canali di dialogo con tutti. Un elemento, questo del rafforzamento della maggioranza, indispensabile per assicurare stabilità al Paese. E qui il riferimento alla necessità, in breve termine, di una nuova legge elettorale. “Non è possibile – avverte Veltroni – che un senatore abbia nelle sue mani il destino di una legislatura. I quattro capisaldi della legge, inoltre, devono essere quelli di “Eliminare frammentazione, garantire stabilità della legislatura, rappresentatività plurale e scelta del governo da parte dei cittadini”. Sul tema pensioni, Veltroni rimane coerente con la proiezione rivolta al futuro del suo approccio politico. Che non accantona gli anziani, ma bada in primis ai giovani. “Mi piacerebbe che il Pd si occupasse meno di pensioni, e più dei ragazzini sotto la soglia di povertà, di quelli che al Meridione non vanno a scuola, di quelle famiglie che hanno un anziano non autosufficiente e non vanno avanti”. Un discorso, in ultima analisi, molto moderno. Nuovo. Fresco. Un discorso politico che emana il sentore di una nuova politica, che riesca a svecchiarsi e abbandoni i vecchi apparati oligarchici. Una politica fatta su misura per il singolo cittadino, al quale il nuovo Pd si mostra aperto. Fatta per le donne, come dice Veltroni. Una politica cucita sulla pelle di ciascuno, che avrà il dovere di partecipare attivamente. Una politica, si spera, finalmente nostra.

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