Schiacciata tra Napoli e Caserta

di Redazione

Giuseppe FiorilloCESA. A guardare la casa comunale di Cesa prende un senso di sconforto. Umidità che dal primo piano sale verso quello superiore, intonaco sbiadito e scrostato in più punti, vetri rotti alle finestre degli uffici che affacciano sulla centrale piazza De Gasperi.

Comune di CesaE ancora imposte malridotte, immondizia e cartacce ovunque (non quella dell’emergenza). A ridosso il cantiere dei nuovi uffici. In costruzione ormai da troppo tempo. «Se questo è il nostro biglietto da visita – dice Mario Di Domenico, indicando il Municipio – come possiamo sperare che funzioni il resto. Andate un po’ in giro e vedrete. Qui il degrado è tale e tanto che non basterà certo la prossima consiliatura per porvi rimedio, ammesso che venga eletto qualcuno che tale rimedio voglia porlo». Finora la battaglia per la conquista della sindacatura vede come candidato del centrosinistra Vincenzo De Angelis, ci sarà certamente una lista di centrodestra ma non è ancora stato ufficializzato il nome dell’aspirante primo cittadino. Sindaco uscente è invece Giuseppe Fiorillo. Cesa, 7460 residenti, è stato oggetti negli ultimi anni di uno sviluppo abnorme. Si vede a colpo d’occhio. La periferia, quella che ormai si salda agli abitati di Gricignano e Sant’Arpino da un lato e Sant’Antimo dall’altro, è un susseguirsi di palazzoni. Strade anche larghe ma mal tenute, asfalto a pezzi, illuminazione carente. E si continua a costruire, a coprire ogni angolo di campagna riuscendo nella non necessaria impresa di saldare completamente con mattoni e cemento la zona di confine tra le province di Napoli e Caserta. «Il problema fondamentale – dice Rosa di Costanzo, in via Da Vinci – è che questo paese è divenuto città perdendo i vantaggi della dimensione umana ma senza acquisire i servizi di una città. Volete un esempio? Non esistono servizi pubblici. Pullman non ne passano e non ci sono fermate. Le scuole si fermano alle medie inferiori e anche il tentativo di avere una sede staccata di licei o istituti tecnici (come è avvenuto in molti centri vicini) è naufragato miseramente. Allora restano i problemi e la grossa espansione edilizia è dipesa in passato unicamente nel fatto che le case costavano meno che nella vicina Aversa». E le cose non vanno meglio nel centro storico. Nel cuore di Cesa, il luogo in cui stradine tortuose e strette potrebbero però avere una loro caratterizzante bellezza. «Se fossero curate – dice Arturo Liguori -, se ci fosse un minimo di ordine e pulizia. Qui è anche difficile circolare con le auto. Figuriamoci a piedi. Non ci sono infatti marciapiedi e in più punti bisogna camminare rasente ai muri per evitare di essere investiti». La sera inoltre Cesa sconta l’insicurezza di tutte le aree di confine con l’hinterland napoletano. Furti e rapine all’ordine del giorno, autori soprattutto malviventi in trasferta. E infine la droga. Questa, purtroppo, ha attecchito anche tra i ragazzi locali molti dei quali da assuntori si sono trasformati in spacciatori. «In questo contesto il Comune può far tanto – dice Franca Romano, mentre parcheggia l’auto – non che chi ha amministrato finora non abbia fatto nulla. Ma io problemi sono tanti. Allora io spero che il prossimo sindaco renda visibile una politica dei piccoli passi oltre a quella delle opere e delle realizzazioni maggiori, che pure ci vogliono. Una panchina, un pò di arredo urbano, una presenza maggiore dei vigili per strada, anche nelle ore serali e notturne, ci consentirebbe di vivere più tranquilli. Chissà»

fonte: Il Mattino

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