Desapariciòn. Il dramma della dittatura argentina

di Redazione

desapariciònCASERTA. Antimo Navarra e Roberto Solofria debuttano mercoledi 2 e giovedi 3 maggio a “La Bottega del Teatro” (via Volturno-19) con”Desapariciòn”,uno spettacolo che racconta il dramma vissuto dal popolo Argentino durante gli anni della sanguinaria dittadura che ha coinvolto il paese dal 1976 al 1983.

decsapariciònDramma in parte celato daidemocratici governi susseguitisi alla dittatura militare e non tenuto in considerazione dai democratici governioccidentali dell’epoca. Tantomeno ildolore dei parenti dei dispersisfiorò la sensibilità delle gerarchie ecclesiastiche, quelleargentine e quelle vaticane.

Liberamente tratto da “Le Irregolari – Buenos Aires Horror Tour” di MAssimo Carlotto, “Le solite cose” di Massimo Smith e “Ascoltare Mozart ” di Mario Benedetti. La regia è di Roberto Solofria.

DESAPARICION segue il viaggio di Guido alla scoperta della sua identità tra gli orrori della dittatura militare che ha coinvolto l’Argentina dal 1976 al 1983. Guido incontra un malinconico quanto irriverente autista di autobus, una Nonna di Plaza de Mayo, una giovane Hijos e rivive inoltre le torture subite da un desasparecido, vittima di un sanguinario capitano della Marina Militare. Tra ricordi, orrori, torture, racconti, testimonianze e immagini, Guido scoprirà la sua vera identità. Sono passati trent’anni da quando la dittatura militare ha segnato profondamente il cuore dell’Argentina. Giorni vissuti nella paura di essere portati via da squadroni di soldati e di essere accusati di terrorismo o di chissà quale forma di complotto contro il dittatore di turno. L’Argentina, tra il 1976 e il 1983, era vittima di uno spaventoso sistema politico, mentre gli italiani in quegli stessi anni si dividevano tra le partite dei mondiali di calcio, le Brigate Rosse, le elezioni di Papi e di Presidenti della Repubblica, la Democrazia Cristiana, la loggia P2, cominciava a subire il fascino della moda e delle rock band dei primi anni ottanta e a riconoscersi nei protagonisti dei telefilm cult di quegli anni. Anni durante i quali il popolo argentino, nonostante la vulnerabilità, non ha mai smesso di lottare per un paese autonomo ed indipendente, fondato su valori come la giustizia e la libertà. Ambasciatrici di questi principi sono state per prime le Nonne, donne coraggiose a tal punto da istituire veri e propri comitati per scendere in piazza e marciare risolute al fianco delle Madri di Plaza de Mayo in nome di quei valori. Donne dalle idee irremovibili, caparbie, che hanno sfidato la dittatura senza mai smettere di cercare figli e nipoti desaparecidos. Solo quest’anno è stato finalmente condannato il principale responsabile della desaparicion di tanti italo-argentini. In tanti anni tracorsi, questa tragedia si è meritata soltanto qualche servizio in coda al telegiornale o qualche articolo di poche battute destinato ad un piccolo spazio nella pagina degli esteri. “L’unico modo per capire Buenos Aires è spiare dal buco della serratura, la facciata è giusto una truffa per i turisti di passaggio.”“Fu veramente mostruoso il cinismo degli stati che per vigliaccheria non boicottarono i mondiali di calcio del ’78… Il mondo sapeva cosa succedeva in Argentina, ma pur di tirare quattro calci a un pallone, vennero qui a gridare festosi negli stadi insieme agli assassini, ad applaudirli mentre si pavoneggiavano come puttane nelle loro divise piene di medaglie e salutavano dalle tribune d’onore. E a ogni goal un gruppo di prigionieri spariva in fondo al mare o in fosse comuni.

Info e prenotazioni: Tel. 339 1873346

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