La camorra dei fiori in Campania, sequestrata società del clan Cesarano

di Redazione

Nella giornata dell’11 febbraio il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, congiuntamente al Nucleo Investigativo del Gruppo dei Carabinieri di Torre Annunziata, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo – emesso dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea – nei confronti della “Engy Service”, una società di intermediazione operante nel “Mercato dei Fiori”, la zona commerciale florovivaistica più importante del Sud-Italia, sita tra i comuni di Castellammare di Stabia e Pompei.

Tale misura cautelare reale costituisce l’esito di un più ampio filone investigativo – nel quale si sono innestate risultanze investigative acquisite dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia e dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Torre Annunziata – che ha riscontrato un solido e concreto quadro indiziario dal quale emerge che la società – costituita dal “clan Cesarano” e amministrata da Antonio Martone e Giovanni Esposito (già in carcere), cognati del boss Luigi Di Martino, detto “o’ profeta” (detenuto al 41bis) – era da considerarsi geneticamente e strutturalmente una vera e propria “impresa di camorra”. In particolare, le indagini hanno dimostrato che l’esistenza e le attività imprenditoriali della società sottoposta a sequestro erano palesemente strumentali a garantire il raggiungimento delle finalità proprie della consorteria criminale, mediante la gestione e il controllo, in forma diretta e indiretta, del commercio, del trasporto e delle operazioni di facchinaggio riguardanti il “Mercato dei fiori”.

La società si è imposta, tra le numerose società storicamente operanti nel mercato florovivaistico, come un’illecita “agenzia di intermediazione” che ha di fatto radicalmente alterato le dinamiche di mercato tra gli autotrasportatori e i commercianti, i quali dapprima avevano l’autonomia di poter dialogare direttamente tra di loro e stabilire – liberamente e volta in volta – le commissioni riguardanti i trasporti della merce acquistata. Per converso, il sodalizio camorristico stabiese, a partire dal 2015 (anno di costituzione della società), ha imposto la sua opera di “mediazione” tra i diversi operatori economici, costringendo i commercianti ad affidare il servizio di trasporto non più ai singoli autotrasportatori ma alla società, che provvedeva a distribuire le commesse.

In questo modo, è stato illecitamente realizzato un vero e proprio monopolio sulla spedizione di fiori, bulbi e vasellame nonché sullo scarico delle merci giunte al mercato a bordo degli autoarticolati, ottenendo un immediato exploit del fatturato.  E ciò, avvalendosi della forza dell’intimidazione nonché della condizione di assoggettamento derivante dalla riconducibilità della società al “clan Cesarano” che, talvolta, faceva anche ricorso a pesanti minacce nei confronti degli operatori economici o, addirittura, nei riguardi di coloro che non si adeguavano al sistema criminale imposto, perpetrava pestaggi punitivi, fatti eseguire anche da appartenenti ad altre organizzazioni criminali collegate alla compagine camorristica stabiese. Più nel dettaglio, il sequestro preventivo ha riguardato le quote societarie, il complesso aziendale e tutti i beni riconducibili alla società, che nel 2018 aveva raggiunto un volume d’affari di quasi 2 milioni di euro. IN ALTO IL VIDEO

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