Caivano, la camorra imponeva pizzo, assunzioni e mozzarella: 17 arresti

di Redazione

Estorceva denaro agli imprenditori di Caivano (Napoli), attraverso il pagamento del “pizzo” ma anche pretendendo assunzioni, il clan Sautto-Ciccarelli, che era riuscito anche a monopolizzare la vendita dei prodotti caseari penalizzando un produttore a vantaggio di un altro colluso.

È quanto emerge dall’indagine dei carabinieri di Castello di Cisterna, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, culminata oggi con la notifica di 17 arresti nei confronti di presunti appartenenti all’organizzazione camorristica che aveva la sua roccaforte nel famigerato Parco Verde. Gli inquirenti contestano agli indagati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni e tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso, illecita concorrenza, minacce, violenza aggravata e porto e detenzione illeciti di armi clandestine. I carabinieri hanno documentato, tra l’altro, numerosi episodi estorsivi, tentati e consumati.

L’indagine ha consentito di documentare l’esistenza e l’operatività di un’associazione per delinquere di tipo mafioso, con base nel rione popolare di Caivano, dimostrando il coinvolgimento dell’intera struttura di vertice del gruppo criminale; di accertare più estorsioni, tentate e consumate, ai danni di imprenditori locali, sia attraverso il pagamento di somme di denaro, sia mediante l’imposizione di assunzioni di persone vicine al clan. E’ stata, inoltre, verificata l’illecita concorrenza nell’ambito del commercio di prodotti caseari, attraverso il divieto a un imprenditore di vendere i propri prodotti nel territorio di Caivano, favorendo così il monopolio del settore di un’altra persona collusa con il clan, i cui prodotti venivano imposti a un supermercato locale.

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