Famiglia rom minacciata, scontro via social tra Saviano e la Polizia

di Redazione

Roberto Saviano commenta la vicenda della famiglia rom minacciata a Roma, nel quartiere di Casal Bruciato, dopo l’assegnazione di una casa, e lo fa criticando il ministro dell’Interno Matteo Salvini e la Polizia di Stato. Il profilo ufficiale di quest’ultima risponde molto duramente.

La polemica è avvenuta su Twitter: “Parole ambigue dal Ministro della Malavita su Casal Bruciato per non indispettire i cani feroci di CasaPound che minacciano donne e bambini. E la Polizia di stato – afferma lo scrittore, citando il profilo ufficiale delle forze dell’ordine – che sequestra striscioni e telefonini, ridotta a servizio d’ordine per la campagna elettorale di un partito. Che pena”. Poco dopo è arrivata la risposta della Polizia via social: “La Polizia di Stato serve il Paese e non è piegata ad alcun interesse di parte. Chi sbaglia paga nelle forme prescritte dalla legge. Che pena leggere commenti affrettati e ingenerosi per dispute politiche o per regolare conti personali”.

La protesta a Casal Bruciato è nata dopo l’assegnazione di un alloggio popolare ad una famiglia rom. Sul posto, in via Satta, sono giunti attivisti di Casapound, che hanno manifestato contro la famiglia assegnataria per poi fronteggiarsi con i militanti dei movimenti di sinistra. Uno scontro scongiurato dai poliziotti che hanno creato un cordone per dividere i due gruppi. Sono spuntati anche insulti e minacce: “Ti stupro”, ha urlato un uomo al passaggio di una donna che stava rientrando nella palazzina accompagnata da una bambina. “Noi siamo stanchi di tutto. E poi ci propinano pure sta cosa? Stiamo aspettando che riqualifichino questo posto. Loro (la famiglia nomade, ndr.) hanno fatto richiesta della casa popolare nel 2017, mentre ci sono persone che aspettano da anni. L’Europa non sa qui che cosa sta avvenendo, io mi sento prima romano e poi italiano”. Lo ha detto un uomo, tra quelli che hanno manifestato sotto la casa popolare. “Io sono sposata e ho tre figli minori. È vergognoso che ci scavalchino nelle graduatorie”, gli ha fatto eco un’altra donna. “Salvini, Salvini”, il coro, invece, intonato da altre donne.

La scontro ha investito anche la politica. La sindaca Virginia Raggi ha sottolineato che gli unici “abusivi sono quelli di Casapound”. “Questa famiglia – ha detto Raggi – risulta legittima assegnataria di un alloggio. Ha diritto di entrare e la legge si rispetta. Siamo andati a conoscerli e sono terrorizzati. Abbiamo avuto modo di far conoscere questa famiglia ad alcuni condomini. Chi insulta i bambini e minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è questa una società nella quale si può continuare a vivere”. Intanto, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni addossa alla sindaca la colpa delle rivolte in periferia: “Grazie alla Raggi e al Pd oggi Roma è ufficialmente una città razzista nei confronti dei romani”. “Chi si oppone a dare una casa a chi ne ha diritto solo perché rom è razzista”, dice nettamente il deputato del Pd Matteo Orfini. E il ministro dell’Interno Salvini chiosa con una battuta: “gli unici Nomadi che mi piacciono sono quelli della band”.

Una discussione è nata tra un attivista di Fratelli d’Italia e il responsabile di Casapound del Lazio, Mauro Antonini, per uno striscione del partito affisso a una grata del cortile condominiale con su scritto: “Case ai nomadi rom e agli italiani lo sfratto. Vergogna”. Antonini ha detto all’attivista di Fdi: “Non lo devi chiedere alle guardie dovete chiedere a me se potete mettere lo striscione. Levatelo, è la solita speculazione per le Europee. Vengono qui a fare il teatrino mentre io sto tutto il giorno. Questa è la differenza”. “Queste cose non dovrebbero accadere. Stiamo dalla stessa parte – ha detto Adriano Cedroni attivista di Fratelli d’Italia- Io non speculo. Qui non è finito nulla. Io ho il diritto di difendere queste persone”. Poi lo striscione è stato spostato.

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