Mondragone, contrabbando di sigarette ai Palazzi Cirio: 10 arresti

di Redazione

Al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura antimafia di Napoli, i finanzieri della compagnia di Mondragone hanno dato esecuzione ad un’ordinanza che ha disposto l’applicazione di 10 misure cautelari personali (7 in carcere e 3 ai domiciliari) nei confronti dei componenti di un’associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri con base operativa nella città del litorale domitio.

I destinatari dell’ordinanza sono gravemente indiziati di aver costituito e fatto parte di un’organizzazione criminale che ha gestito per anni, almeno dal 2015 ad oggi, la piazza di vendita di sigarette di contrabbando sita in Mondragone, ed in particolare presso i “Palazzi Cirio”, zona socialmente degradata, seppur centrale, per la forte concentrazione di soggetti, per lo più stranieri, anche irregolari, dediti ad attività illecite.

GLI ARRESTATI – In carcere: Nicola Di Rosa, 32 anni, di Mondragone, accusato di essere il capo promotore dell’organizzazione, che sovrintende a tutta la filiera illecita (approvvigionamento e rivendita delle sigarette di contrabbando); Sebastiano Di Rosa, 26 anni, di Mondragone, accusato di coadiuvare il fratello Nicola nella gestione delle piazze di vendita e di sostituirlo durante le sue assenze nella gestione degli affari illeciti; Antonio Di Rosa, 30 anni, di Mondragone, accusato di coadiuvare il fratello Nicola nella gestione delle piazze di vendita e di coordinare i venditori e di garantire la sicurezza della zona; Corrado Di Rosa, 56 anni, di Mondragone, accusato di coadiuvare i figli, occupandosi dei trasporti e della bonifica dei percorsi e svolgendo anche il ruolo di vedetta; Faical Ghaca, 30 anni, tunisino, residente a Mondragone, accusato di essere l’uomo di fiducia di Nicola Di Rosa per sovrintendere alla vendita al dettaglio e allo stoccaggio di prossimità delle sigarette da rivendere; Angelo Belardo, 43 anni, di Casandrino (Napoli), accusato di essere il principale fornitore dell’associazione, appartenente ad un gruppo organizzato di contrabbandieri della provincia di Napoli che hanno contatti diretti anche con i fornitori esteri: Nicola De Rosa, 36 anni, di Arzano (Napoli), accusato di essere il fornitore dell’organizzazione operante nella zona di Arzano. Ai domiciliari: Luca Caprio, alias “’O Barbiere”, 42 anni, di Napoli, accusato di essere un fornitore dell’organizzazione operante nell’hinterland napoletano (al quale il giudice, su istanza dell’avvocato Michele Salomone, il 19 ottobre successivo ha poi attenuato la misura cautelare, revocando il regime dei domiciliari, ndr.); Ciro D’Ambrosio, alias “’O Marescià”, 62 anni, di Napoli, accusato di essere un fornitore dell’organizzazione operante nell’hinterland napoletano; Mario D’Angelo, 35 anni, di Frattaminore (Napoli), accusato di essere un corriere utilizzato nei trasporti da parte dei fornitori partenopei.

L’indagine, iniziata a novembre 2016 e denominata “Smoke Palace II”, è stata coordinata e diretta dalla Procura distrettuale partenopea ed ha permesso l’individuazione di una ramificata ed agguerrita consorteria criminale gestita da una famiglia di contrabbandieri italiani residenti in Mondragone che ha operato in situazione di sostanziale monopolio nella minuta vendita di sigarette di contrabbando in quel Comune e nelle zone limitrofe. Le attività tecniche e i numerosissimi servizi di appostamento e pedinamento hanno consentito l’effettuazione di decine di interventi repressivi e la ricostruzione analitica e puntuale delle responsabilità e dei ruoli ascrivibili ai singoli indagati. E’ statodimostrato come nel 2015, a seguito di forti contrasti per il controllo del traffico delle sigarette di contrabbando, si è avuta una scissione nell’organizzazione all’epoca predominante sul territorio con la costituzione di un nuovo gruppo criminale composto dagli odierni indagati che hanno assunto il controllo delle locali piazze di vendita. In particolare, Nicola Di Rosa, 32enne residente a Mondragone, è accusato di aver assunto da quel momento il ruolo di capo indiscusso del contrabbando locale facendosi coadiuvare nella sua attività illegale da due suoi fratelli (Sebastiano ed Antonio) e dal padre Corrado per organizzare i punti di vendita, curare il trasporto delle sigarette e sorvegliare la zona di influenza al fine di eludere eventuali controlli delle forze di polizia. Al loro servizio anche una rete di venditori che hanno assicurato la continuità nella cessione al dettaglio.

Dagli approfondimenti investigativi è emerso che il gruppo criminale operava con determinazione e spregiudicatezza nel rivendicare il controllo del territorio tanto da intimidire e minacciare direttamente anche un finanziere che aveva la disponibilità di un appartamento in uno dei “Palazzi Cirio”. L’organizzazione ha infatti operato prevalentemente presso quella zona che, per la sua particolare ubicazione, consente di monitorare facilmente le vie di accesso e quindi di verificare costantemente l’eventuale presenza di autovetture delle forze di polizia al fine di scongiurare sequestri a sorpresa della merce in vendita. Ciò nonostante, su indicazione dei magistrati inquirenti, è stata operata una costante pressione repressiva che ha permesso l’effettuazione di numerosi sequestri già nei primi mesi di lavoro investigativo. Proprio per contrastare tale attività, l’organizzazione ha posto in essere una serie di cautele ed espedienti trai quali il cambio continuo dei canali e dei tragitti di rifornimento del prodotto, il frazionamento dei trasporti per rimanere al di sotto dei quantitativi che fanno scattare il sequestro penale, la frequente sostituzione delle autovetture impiegate e delle schede dei cellulari utilizzate per i contatti diretti tra di loro e con i fornitori.

Basti pensare che nel corso delle investigazioni i militari della compagnia di Mondragone hanno operato più di 30 riscontri sul campo intercettando diverse consegne di tabacco ed intervenendo a contrasto della minuta vendita in atto, sequestrando complessivamente più di 520 chili di sigarette, un appartamento adibito a deposito temporaneo e diverse autovetture. Identificati anche i fornitori delle sigarette di contrabbando, tutti operanti nella provincia di Napoli, che, proprio per l’importanza della piazza mondragonese, provvedevano spesso anche alle consegne dirette con corrieri di loro fiducia.

A riscontro degli elementi indiziari raccolti dalle Fiamme gialle, la Procura Distrettuale ha anche acquisito concordanti dichiarazioni da parte di un collaboratore di giustizia organico al clan camorristico che storicamente ha operato sul territorio di Mondragone. Sulla base di tali evidenze il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’arresto del capo dell’organizzazione, del padre e di due fratelli dello stesso, di un soggetto responsabile della vendita al minuto, nonché di cinque fornitori napoletani delle sigarette di contrabbando.

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