Succivo, maestra aggredita da madre di un’alunna: sbattuta con la testa contro il muro

di Nicola Rosselli

Succivo (Caserta) – Una donna picchia la maestra della figlia, che frequenta la scuola materna, perché questa le aveva consigliato di fare le stanghette in un certo modo. Ancora un’aggressione ai danni di una docente. Ancora una volta per motivi banali. Quello che colpisce, questa volta, è che teatro dell’episodio è stata una scuola materna, con bambini che vanno dai tre ai sei anni. La maestra, R.B., 35 anni, alla presenza di altri genitori e di diversi piccoli alunni, è stata sbattuta con la testa contro la parete per diverse volte, tanto che sul posto è stato costretto ad intervenire il personale del 118, mentre nella notte, stante il permanere del dolore al capo, la donna si è rivolta ai sanitari del pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa, che hanno escluso conseguenze più gravi. Le colleghe della vittima dell’aggressione sono, comunque, in apprensione perché R.B. potrebbe essere incinta e l’aggressione potrebbe aver causato danni.

L’EPISODIO – Istituto comprensivo Edmondo De Amicis, via Virgilio civico 54, Succivo. E’ lunedì scorso. Alle ore 16.15, orario di uscita, come di consueto, il padiglione “Piccolo patriota padovano” è affollato di genitori che prelevavano i discenti dell’infanzia dopo una giornata scolastica serena e tranquilla. Il clima gioioso dell’uscita da scuola, una scena bella a vedersi, che trasmette serenità, viene rotto dall’aggressione verbale di un genitore che, ad alta voce, apostrofava con ingiurie di ogni genere l’insegnante della figlia. La bambina di quattro anni, forse, piagnucolava perché la maestra le aveva fatto notare, mentre stavano facendo degli esercizi di scrittura, che doveva fare. Un consiglio di quelli dati senza nemmeno tanta enfasi, ma che, probabilmente ha fatto scattare il pianto nella bimba. Il genitore, visibilmente nervoso e alterato, per aver trovato la piccola in lacrime è stato messo alla porta. L’uomo, però, non contento di quanto aveva fatto, una volta fuori, ha raccontato, chiedendole aiuto, quanto era avvenuto alla moglie. Quest’ultima è entrata nei locali della scuola e si è avventata sulla docente, aggredendola brutalmente sotto gli occhi di due mamme e di tutti gli alunni presenti in aula, senza proferire parola, senza chiedere spiegazioni, senza manifestare, insomma, alcuna disponibilità al dialogo e al confronto.

Nel frattempo, nell’atrio nessuno sentiva o si accorgeva di quanto stava accadendo anche quando la docente è scappata fuori dall’aula, inseguita dalla madre della bimba che ha continuato ad inveire a lungo contro la malcapitata insegnante. Sul posto giungeva, chiamati dai responsabili dell’istituto, un’ambulanza del servizio 118 i cui addetti prestavano le prime cure alla vittima che, secondo quanto raccontato dai testimoni, sarebbe stata aggredita in maniera brutale. La mamma dell’alunna, infatti, avrebbe afferrato con la mano la docente al collo e le avrebbe più volte battuto il capo contro la parete. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Sant’Arpino che hanno raccolto le testimonianze di numerosi presenti e la denunzia della stessa vittima, avviando le indagini, coordinate dalla compagnia di Marcianise, coordinati dal capitano Luca D’Alessandro, per poi inviare rapporto ai competenti magistrati della Procura di Napoli Nord.

IL DIRIGENTE: “METODI DELINQUENZIALI” – Nella giornata di ieri numerosi sono stati gli attestati di solidarietà nei confronti della docente vittima dell’aggressione, la seconda in Campania e in provincia di Caserta, dopo quella verificatasi il primo febbraio scorso nell’istituto “Ettore Majorana” di Santa Maria a Vico, dove uno studente diciassettenne (successivamente arrestato) ha aggredito, ferendola al volto con un coltello, la propria professoressa di lettere, colpevole di avergli dato un brutto voto ad una interrogazione. “Ribadiamo con forza che a nessun ‘capobranco’ sarà consentito in alcun modo e soprattutto con metodi delinquenziali di interrompere il percorso educativo didattico che lo Stato pone in essere per i propri cittadini”. Così Mario Nocera, dirigente dell’istituto comprensivo “Edmondo De Amicis” di Succivo, teatro dell’ennesima aggressione ad un’insegnante, conferma la volontà propria e dei docenti della scuola che dirige di arginare la violenza nel mondo della scuola e dell’educazione.

“GLI ALTRI GENITORI PERCHE’ NON HANNO DIFESO LA VITTIMA?” – “Quanto avvenuto – continua Nocera – merita alcune riflessioni. Dov’è finita la possibilità per i docenti di esercitare la loro professionalità? Pedagogia ed educazione risultano ormai inesistenti, perché i genitori hanno sempre più una decrescente considerazione sociale del docente e ne travalicano il ruolo”. Il professor Nocera, con un’esperienza di docente di matematica, si chiede, ponendo l’accento sulla mancanza di reazione degli altri genitori presenti, ancora: “Dove è finita l’alleanza educativa che prima esisteva fra genitori e scuola? Ma ancor più dov’è finito il rapporto fra esseri umani? Ormai c’è solo la logica del ‘branco’, in cui non ci si oppone al capo neppure per difendere una donna aggredita”. “C’è un altro aspetto da considerare, forse il più importante. L’alleanza educativa – conclude il dirigente dell’istituto scolastico succivese – non riguarda solo il rapporto tra genitori e docenti; c’è un altro polo della relazione, che è anche il beneficiario della alleanza, ossia lo studente. E qui non c’è stata la giusta dimensione educativa, anzi a nostro avviso si configura una netta ‘culpa in educando’”.

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