Pamela, l’ombra dell’omicidio rituale

di Redazione

Dall’autopsia sul corpo di Pamela Mastropietro è emerso che la giovane è stata uccisa da un gruppo di persone con due coltellate al fegato e un colpo alla testa. In seguito il cadavere è stato smembrato in modo scientifico, come seguendo un rituale, in un appartamento di via Spalato 124 a Macerata. Lo scempio sul corpo sembra rimandare ai crimini tribali diffusi nei villaggi nigeriani.

“In questa vicenda molte cose non tornano”, dice a Il Messaggero l’avvocato Gianfranco Borgani, che difende Desmond Lucky (uno dei tre nigeriani fermati per l’omicidio). “La dissezione – sottolinea – è stata fatta da una persona esperta, la pulizia della casa e del corpo è molto accurata, perché allora lasciare a vista il trolley con i resti del corpo? Perché non gettarli sotto un ponte?”.

“Forse siamo di fronte a una sorta di rito, dietro c’è qualcuno il cui nome non è ancora emerso, una persona pericolosa per gli indagati, magari hanno paura anche di ritorsioni verso i parenti in Nigeria e per questo non parlano”, aggiunge il legale. In Nigeria, specie nel sud, sono praticati rapimenti e delitti per smembrare e vendere parti di arti o organi.

Intanto, il quarto nigeriano indagato, secondo la Procura, non dovrebbe essere coinvolto nel delitto. L’uomo, che ha avuto contatti telefonici con uno dei fermati, è stato indagato a sua garanzia e per escludere la sua colpevolezza. Contro di lui, infatti, non esistono le prove che sono state contestate a Oseghale, Desmond Lucky e Lucky Awelima, in sstato di fermo da sabato.

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