Aversa, il Padiglione “Bianchi”: 10 anni di abbandono

di Antonio Arduino

Aversa – E’ da oltre dieci anni che il padiglione ‘Leonardo Bianchi’ dell’ex ospedale psichiatrico della Maddalena versa in uno stato di totale abbandono.

Una struttura, ormai in preda a erbacce, calcinacci, rifiuti, oltre ad essere divenuta bivacco di extracomunitari, che era destinata a diventare uno spazio dedicato ad associazioni, scuole e a tutti i cittadini. Ciò grazie ad un finanziamento con cui il Comune avrebbe proceduto all’acquisto e alla ristrutturazione del padiglione.

Nel 2005 un comunicato dell’allora amministrazione recitava: “Sono in dirittura d’arrivo le procedure per l’acquisto e la ristrutturazione del padiglione ‘Leonardo Bianchi’ dell’ex ospedale psichiatrico della Maddalena, nell’ambito del progetto di riqualificazione urbana previsto da Urban Italia. Abbiamo ricevuto dall’Asl la delibera di alienazione del bene. I fondi necessari per l’acquisto del padiglione, pari a due milioni di euro, sono già presenti e disponibili in bilancio. Presto, partiremo con la gara d’appalto per la riqualificazione dell’immobile, con una somma di due milioni e mezzo di euro, già finanziata dal programma Urban. Si tratta di un passo in avanti importante: restituiremo alla città, grazie alle progettualità messe in campo dall’amministrazione Ciaramella, uno stabile abbandonato da decenni, dotandolo di attrezzature per la new economy e per gli scambi con i Paesi europei”.

“L’intervento – continuava la nota – assume un grande valore simbolico. Trasformeremo il padiglione ‘Bianchi’ da luogo chiuso in cui una buia psichiatria confinava i malati di mente in uno spazio aperto a disposizione della associazioni, delle scuole, di tutti i cittadini”. Il padiglione, insieme a Palazzo Luciano e il centro polivalente della Caritas (ad iniziativa privata), costituisce uno degli immobili oggetto della riqualificazione prevista da Urban. Il Programma – che si concluderà alla fine del 2006 con la diffusione dei risultati – ha un piano finanziario pari a 9 milioni e 800mila euro, coperto da fondi comunali per 2 milioni e 396mila euro, intervento di privati per 2 milioni e 343mila euro e fondi ministeriali pari a 5 milioni di euro”. Da allora, e sono passati ben 11 anni, nulla si è concretizzato.

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