Standard urbanistici, la Polizia Municipale invia ingiunzioni a occupanti

di Livia Fattore

Aversa – Caccia agli standard urbanistici mai ceduti al Comune di Aversa, nonostante la presenza di atti notarili che lo prevedessero. Quattro ingiunzioni a rendere usufruibili dal proprietario reale, ossia il comune di Aversa, altrettante aree standard ubicate nella zona della Variante di Aversa, con alcuni destinatari noti professionisti del settore edilizio.

A sottoscriverle ed inviarle a quelli che, di fatto, sono occupanti abusivi di questi suoli, il dirigente e comandante della Polizia municipale, Stefano Guarino, che, ad oggi, con i suoi uomini, nonostante la grave carenza di organico, ha scovato una cinquantina di terreni che, sebbene di fatto di proprietà comunale, hanno continuato ad essere utilizzati dai vecchi proprietari come se fossero propri. In questi ultimi quattro casi si è trattato di terreni che sono stati asserviti alle proprietà dei privati come giardini con tanto di rete a vietarne l’accesso e, quindi, la fruizione pubblica, ma, nel recente passato, ci si è trovati spesso dinanzi a garage e, in un caso eclatante, come via monsignor Antonio Cece, in una strada chiusa da cancelli.

La vicenda degli standard urbanistici sino a tre anni fa era solo oggetto di inchieste giornalistiche con le amministrazione degli ultimi trent’anni che non hanno mai effettuato controlli reali, concreti, E’ stato necessario un intervento diretto della procura regionale presso la Corte dei Conti, con l’ausilio degli uomini della Guardia di finanza del locale gruppo, coordinati dal colonnello Danilo Toma, ad attivare un iter di controlli attivato dalla passata amministrazione guidata dal compianto sindaco Giuseppe Sagliocco.

Tra le vicende eclatanti, quella di un grosso centro di rimessaggio auto quale deposito giudiziale di autovetture e moto realizzato su un grandissimi standard in via San Lorenzo, di proprietà di politici locali, perso dalle amministrazioni che si sono succedute avendo consentito l’usucapione del terreno in questione.

Una vicenda che ha visto diversi destinatari dei famigerati ‘inviti a controdedurre’ (una sorta di avviso di garanzia emesso dalla magistratura contabile) con un sindaco del recente passato chiamato a dare conto dell’attività svolta, anche se, a quanto pare, ad attivarsi avrebbero dovuto essere i dirigenti tecnici del Comune. Una vicenda analoga ha investito nei giorni scorsi anche il vicino comune di Teverola con ex amministratori ed ex dirigenti finiti nel mirino della magistratura contabile.

Gli ultimi quattro standard scoperti dai caschi bianchi aversani riguardano: due aree pubbliche situate in via Sandro Pertini, all’altezza del civico 76, avente una superficie di 130 metri quadrati circa ognuna a servizio della proprietà; due aree pubbliche situate in via Luigi Pirandello, di 2.252 metri quadrati ognuna, a servizio una del complesso immobiliare “La Residence”  e una seconda impropriamente adibita ad uso esclusivo del retro stante fabbricato di proprietà di un noto professionista. In questi ultimi due casi, trattandosi di beni che erano stati ceduti al Comune (solo sulla carta) nel lontano 1983, è quasi certo che se il privato intenterà causa si vedrà riconoscere la proprietà dell’area in questione essendosi realizzato l’usucapione.

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