Poliziotto ferito, due comunità riunite in preghiera

di Nicola Rosselli

Carinaro – Tanto incitamento e tantissime preghiere. Due comunità, quella di Carinaro, dove Nicola Barbato, il poliziotto cinquantatreenne, originario di Gricignano, abita, in via delle Ginestre, e Teverola, paese confinante, dove abita la famiglia della moglie Angela Improda e dove il cognato svolge il lavoro di agente di polizia municipale, si sono strette nella preghiera con la speranza che possa aiutare la vittima dell’agguato di una banda di estorsori a superare questo che è certamente il momento più difficile della sua vita. Non si rassegnano e si dicono certi che Nicola tornerà insieme a loro per vivere la vita di tutti i giorni.

Nella serata di ieri, un folto gruppo di amici e conoscenti di “Nico”, come lo chiamano quanti lo conoscono, si sono stretti in preghiera nella chiesa di San Giovanni, a Teverola, con la speranza che il poliziotto possa tornare presto tra loro.

 In mattinata una manifestazione analoga si è tenuta nella chiesa di Santa Maria del Sepolcro di Potenza, mentre in molte chiese dell’agro aversano, nel corso della celebrazione delle messe vespertine del sabato i celebranti hanno invitato i fedeli ad unirsi in preghiera per la vittima dell’agguato di giovedì sera a Fuorigrotta mentre stava svolgendo il proprio lavoro.

Alla preghiera e alla speranza si sono aggiunti gli incitamenti di amici, familiari e, soprattutto, colleghi del 108esimo Corso falchi sul profilo Facebook di Nicola Barbato. Tutti lo incitano ad avere forza e si dicono certi che supererà questo momento, C’è chi, però, come Claudio Palatucci ricorda i momenti trascorsi insieme durante gli appostamenti e scrive: “Ricordo che mi ‘cazziavi’ quando entravamo in un bar dalla stessa porta. ‘Che ne sai che non è in atto una rapina? Tu da un lato io da un altro’, dicevi. Ricordo che mi mostravi i ‘movimenti’ degli spacciatori di Scampia…e mi raccontavi di quando, durante i turni di volante, indossavi il giubbotto di pelle della divisa alla rovescia per entrare nelle ‘vele’ senza farti notare troppo. Ricordo quando sfottevamo il collega di pattuglia ‘trucido’ che si atteggiava, con ottusa ignoranza, a ‘guardia’ e quando fermasti ‘al volo’ un armadio con sembianze umane mentre picchiava la ‘sua’ prostituta a piazza Garibaldi. Ricordo la tua serietà e affidabilità. Tutto questo quindici e più anni fa. Per me sei un esempio. Un comandante umile, un poliziotto di strada da ammirare ed osservare con attenzione per cercare di imparare. Appena torni andiamo al bar. Entrerò dall’ingresso secondario. Promesso!”.

Altro ricordo quello di Vincenzo Tandoi, che posta: “Nik, buonanotte fratello, Continuo a pregare e non smetterò finché non avrò il piacere di riabbracciarti, sei un eroe, non di quelli finti che si leggono sui fumetti, tu sei il vero eroe come tutti i poliziotti che ogni mattina si svegliano e mettono la loro vita a disposizione del prossimo, della brava gente che ogni giorno soffoca sotto i soprusi. Abbiamo bisogno di te Nik, so che mio padre che ti voleva tanto bene da lassù esaudirà le mie preghiere”.

A seguire costantemente le condizioni di salute di Nicola Barbato è anche la sindaca di Carinaro, Annamaria Dell’Aprovitola, che, nella giornata di ieri, ha ribadito la propria vicinanza al proprio eroico concittadino e alla sua famiglia. Famiglia (oltre alla moglie Angela, sposata con l’agente da 26 anni, la figlia maggiore Giovanna e il figlio Luigi) che manca dall’abitazione di via delle Ginestre da quella maledetta sera di giovedì, non riuscendo a staccarsi dall’ospedale presso il quale è ricoverato il loro caro. Sono lì tutti insieme a darsi forza tra loro, ad abbracciarsi e a sperare che qualcuno li chiami per avvisarli che Nicola, la sua vita è finalmente fuori pericolo.

Intanto, sabato sera, è stato arrestato Raffaele Rende, il 26enne napoletano ritenuto l’autore della sparatoria in cui è rimasto ferito Barbato. Si nascondeva in un appartamento nel quartiere di San Giovanni a Teduccio.

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