Riforma scuola, docenti del “Siani” contro Renzi: “Ritirare ddl”

di Stefania Arpaia

Aversa – I docenti dell’istituto scientifico “Giancarlo Siani” si sono mobilitati contro il ddl sulla riforma della scuola proposta dal governo Renzi e, riunitisi in assemblea, hanno dichiarato in una mozione il loro totale dissenso nei confronti dell’abbozzo di legge.

“Preso atto dell’inefficacia dell’azione di protesta, messa in campo dal personale della scuola tutta nei confronti del ddl di Renzi culminata con lo sciopero generale del 5 maggio scorso e sostenuto da tutte le sigle sindacali – si legge nel documento – i docenti del Liceo scientifico “Siani” di Aversa dichiarano il completo e totale dissenso nei confronti del su citato abbozzo di legge contestando l’incostituzionalità di fondo alla base di un’idea di scuola non rispondente alla sua missione di comunità educativa attiva e aperta al territorio”.

Gli insegnanti contestano i cambiamenti introdotti dal progetto di legge che condurrebbero ad un futuro sempre più precario e incerto da un punto di vista lavorativo ma soprattutto educativo.

Due le conseguenze evidenziate, assolutamente da evitare: da un lato “l’assenza di un’istruzione pluralista e aperta, che punta al controllo dei suoi contenuti e censura le menti pensanti e creative, rendendo impossibile lo sviluppo culturale e scientifico”. Dall’altro, sul piano politico, “le élite chiuse e non sottoposte ad alcuna forma di controllo finirebbero inevitabilmente per degenerare nelle forme più spregevoli di corruzione, nepotismo ed egoismo”.

Preso atto della grave situazione a cui incorrerebbero le generazioni future e i lavoratori, i docenti “chiedono il ritiro immediato ed incondizionato del ddl di Renzi, paventando un futuro scenario di invalidazione del processo educativo-formativo del sistema-scuola, minato nei suoi presupposti costituzionali di costruzione di spirito critico e di libertà di pensiero, alla mercé del servilismo gretto e accomodante”.

Secondo il ministro Giannini la scuola “non è buona finché non è per tutti e ovunque. È ancora molto discontinua, diseguale, vittima di sofferenze. Perché possa essere buona per tutti va aperta, migliorata, impreziosita, resa libera e autonoma, europea e multiculturale. Dopo anni di tagli e cambiamenti senza visione, invertiamo questa tendenza con un piano ambizioso, che viene dalla politica, dall’amministrazione e dalla società e che ha bisogno di politica, amministrazione e società”.

“Invalsi è uno strumento – ha detto – non è la valutazione della scuola. È lo strumento per arrivare all’uguaglianza qualitativa. Peggio della valutazione è la non valutazione e non ce lo possiamo più permettere. Questo  non significa fare una lista di bravi e di cattivi, ma individuare quali sono i punti di forza del lavoro dell’individuo e come trasformare i punti di debolezza in un miglioramento costante”.

Atteso per il prossimo mercoledì il voto finale che potrebbe trasformare il disegno in legge.

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