I riti funebri aversani negli anni ’50-’60: mostra al Liceo “Cirillo”

di Redazione

Aversa - Mostra su riti funebri

Aversa – Grande successo per la singolare mostra fotografica sui riti funebri storici “Anthrotopothanatographia”, presentata nell’aula magna del Liceo Classico e Musicale “Domenico Cirillo” di Aversa.

Il progetto è stato curato dagli alunni della classe Quarta L del liceo aversano, in particolare da MariaPia Napoletano con il contributo dei docenti Paolo Cecere, Tiberio Cecere e Alessandra Ruberti.

La mostra di carattere tanatografico tratta di immagini storiche dei riti funebri degli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso che erano solito svolgersi nell’area aversana.

L’iniziativa, sviluppata interamente durante le ore curricolari di storia ed educazione alla cittadinanza e alla Costituzione, ha avuto come argomento centrale la riflessione antropologica, sociale, urbanistica e tanatologica dei comuni del circondario di Aversa.

Presente il vicesindaco Nicla Virgilio, che ha commentato: “Questa mostra mi porta a ricordare come grandi letterati abbiano affrontato il tema della contrapposizione tra vita e morte. La meditazione suIl’oltretomba, già avviata almeno due millenni prima di Cristo, giunge ad una svolta fondamentale con Omero e Virgilio. Non solo si afferma un principio di giustizia universale la cui autorità si informa anche al mondo dei morti, ma si sente il bisogno di collegare strettamente visibile ed invisibile, morte e vita, mistero e coscienza. L’ombra non è solo quella in cui la vita si dissolve, ma anche quella che, misteriosamente, prepara nuove forme nella vita stessa. Il testo intendeva esplorare le vicende di questa ininterrotta meditazione sull’‘oltre’ da Omero a Virgilio, la divisione netta, l’opposizione inconciliabile tra mondo superiore e mondo infero, Vita e Morte. Positivi sono la luce, il cielo, il sole; negativi, il sottosuolo, il buio, la notte”.

“Il negativo – continua Virgilio – è visto solo come assenza del positivo (la notte è la mancanza della luce solare) e non ancora come la fase d’un processo in cui anche il negativo sia necessario (ad esempio, la notte come fase preparatoria d’un giorno nuovo) e dunque avente già in sé qualche intrinseco valore proprio (il riposo, la quiete, il ristoro dalle fatiche del giorno)”.

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