Aversa, tangenti al Comune: tutti i cantieri al centro dell’indagine

di Redazione

Aversa (Caserta) – Oltre al lussuoso palazzo di via Linguiti, nato dall’abbattimento di un rudere e realizzato dagli imprenditori Cecere, ci sarebbero altre costruzioni al centro dell’indagine della Procura di Napoli Nord che, lo scorso 22 aprile, ha portato i carabinieri di Aversa a sottoporre agli arresti domiciliari 8 indagati, tra cui il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, Raffaele Serpico, 53 anni, l’ex geometra comunale Giuseppe “Geppino” Minale, 67 anni, in pensione dallo scorso anno; gli imprenditori Alfonso Cecere e Nunzio Yari Cecere, padre e figlio, di 62 e 30 anni, e gli architetti Raffaele Truosolo, 59 anni, Anna Cavaliere, di 63, Donatello Diana, 45, Alfonso Pisanelli, 50.

Il cantiere di Via Linguiti – Per quanto riguarda il caso di via Linguiti, si tratta di un immobile originariamente di 6 unità abitative che, in seguito ad interventi di demolizione e ricostruzione, era stato trasformato in un condominio da 19 unità, andando ben oltre l’aumento di volumetria consentito dal “Piano Casa” regionale del 35%. Dall’attività investigativa, coordinata dai pm Cesare Sirignano e Patrizia Dongiacomo e condotta dai militari della locale Compagnia, è emerso che il 9 aprile 2022, il geometra Minale, all’epoca dipendente del settore Edilizia privata del Comune, si sarebbe recato negli uffici dei Cecere per incassare 500 euro in cambio della predisposizione di atti favorevoli sia per la pratica di via Linguiti, sia per un’altra, in viale Olimpico, immobile che era stato sequestrato dalla Polizia municipale a seguito dell’annullamento della Scia da parte del dirigente Serpico; provvedimento poi annullato dal Tar. Il 12 aprile, negli uffici di piazza Municipio, si presentava l’architetto Raffaele Truosolo, tecnico di parte, incontrando Minale e consegnandogli altri 500 euro che, secondo gli investigatori, erano un “regalo” dei Cecere per procedere con la variante di assestamento dei cantieri di via Linguiti e viale Olimpico. Truosolo sarebbe quindi entrato in possesso del timbro del responsabile e avrebbe siglato gli atti. A maggio veniva effettuato un sopralluogo dell’autorità giudiziaria al cantiere di via Linguiti. Durante un incontro in un bar, Minale avrebbe suggerito di presentare una nuova Scia assestativa per il cantiere; successivamente Cecere avrebbe proposto a Minale di farsi affidare l’incarico per il sopralluogo, promettendo che il costo della Scia non presentata sarebbe stato consegnato a lui. A giugno Minale avrebbe quindi incassato negli uffici dei Cecere la somma di 500 euro per poi portare, pochi giorni dopo, sempre nella sede della società, ricevendo altri 250 euro, il timbro del Comune con cui avrebbe siglato le copie del permesso a costruire e fornito indicazioni su come eliminare le volumetrie in eccesso.

Il cantiere di Via Cadorna – Altre condotte illecite sono emerse anche in relazione alla ristrutturazione, nel 2022, tramite il superbonus 110, di un immobile situato nel centro storico, in via Cadorna, di proprietà di Francesco Farinaro, indagato a piede libero nell’inchiesta. Secondo l’accusa, il geometra Minale avrebbe ricevuto una tangente di 2mila euro per “sfilare” dalla pratica del palazzo un fascicolo con grafici e planimetrica poiché non conforme allo stato dei luoghi. Minale avrebbe poi consegnato il fascicolo all’architetto Donatello Diana, intermediario, che, a sua volta, l’avrebbe dato all’architetto Pisanelli, tecnico incaricato dell’opera di ristrutturazione, per modificarlo e ottenere l’approvazione del progetto.

Il cantiere di Via Gridelli – Altra vicenda riguarda la ristrutturazione di un immobile in via Silvio Gridelli, in zona Borgo. Anche in questo caso, Minale avrebbe sfilato dal fascicolo un elaborato grafico da modificare, allo scopo di non far risultare alcune difformità, e avrebbe ricevuto in cambio 2500 euro dai proprietari dell’immobile, Nicola e Domenico Lama, indagati a piede libero.

Il cantiere di Via Michelangelo – Una “promessa di mazzetta” Minale l’avrebbe ricevuta da Raffaele lovene, cognato dei Cecere, anch’egli indagato a piede libero, per modificare un’attestazione relativa ad una Dia relativa ad un immobile situato in via Michelangelo. I destinatari dei provvedimenti cautelari sono da ritenersi innocenti fino alla sentenza definitiva.

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