Nepal, neonato vivo a 22 ore dal terremoto: è la speranza della popolazione

di Stefania Arpaia

Katmandu – Sono stati estratti vivi dopo 5 giorni dal violento terremoto che ha scosso il Nepal, un ragazzino di 15 anni, una bambina di 11 e un neonato di 4 mesi. Sono loro il simbolo della speranza, giunta quando ormai si credeva che sotto le macerie non ci fossero altro che cadaveri.

Intanto il numero delle vittime continua a salire, raggiungendo i 5,500 morti. Le loro storie hanno dell’incredibile: racconti di dolore, morte e disperazione, di persone che hanno perso tutto ma che continuano a sperare di poter rivedere i loro cari, ancora sepolti sotto le abitazioni per cui avevano lavorato e si erano sacrificati una vita intera.

Tra tutte la storia di Sonit Awal, neonato di 4 mesi, ritrovato ancora in vita 22 ore dopo la prima violenta scossa. La sua immagine è diventata l’emblema della tragedia nepalese ma anche dell’uomo che combatte e resiste ad avvenimenti come questo. 

La sua storia è stata diffusa dal sito di news “Kathmandu Today”, che mostra le immagini dei soldati nepalesi mentre lo cercano e poi lo tirano fuori dal cumulo di detriti, rocce e mattoni.

In seguito al terremoto, ha riferito il giornale, il padre avrebbe cercato il bambino per ore scavando tra i detriti dell’abitazione senza riuscire a trovarlo. Il mattino seguente però i familiari avrebbero udito una voce piangere e avrebbero chiamato i soccorsi che sono riusciti ad estrarlo. Il piccolo è stato immediatamente condotto in un ospedale allestito sul luogo, nella città di Bhaktapur, circa 15 chilometri a est della capitale Katmandu.

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