“Words and Pictures”, commedia Dina Delsanto e Clive Owen

di Emma Zampella

 Quante volte è stato detto che un’immagine vale più di mille parole? Una frase che non è solo un modo di dire, ma che sottintende una teoria vecchia almeno 100 anni.

Una frase che è al centro anche di un film “Words and Pictures”, una commedia a tratti sentimentale ma per lo più strepitosa. La storia è ambientata in un liceo privato americano dove insegnano Jack Marcus, professore d’inglese, ex stella della letteratura che non pubblica un libro da anni, preferendo trascorrere il suo tempo libero bevendo anziché dedicandosi alla scrittura.

E Dina Delsanto, una pittrice astrattista che ha dovuto lasciare New York e il suo atelier e confinarsi in provincia a causa dell’artrite reumatoide che l’ha colpita. Fin dall’inizio i due flirtano provocandosi piacevolmente a vicenda: per Dina le parole sono menzogne, per Jack le immagini sono illusioni. Jack escogita una geniale guerra tra parola e immagine, fiducioso che la prima possa veicolare un significato più profondo rispetto alle seconda. Dina e i suoi studenti d’arte raccolgono la sfida di Jack e dei suoi studenti d’inglese. La battaglia avrà così inizio. “C’è una dicotomia tra immagine e parola – spiega lo sceneggiatore Gerald Di Pego, ex insegnante – noi cerchiamo di vedere come Jack sia appassionato alla scrittura e quanto Dina ami la pittura. Lo scontro è allo stesso tempo divertente e intenso, ma la vera lotta è all’interno di questi due personaggi.”

Un’affermazione a cui fa eco quella di Clive Owen che dice: “Jack è un grande insegnante, è totalmente appassionato e crede in quello che fa. Crede nel valore del linguaggio e nella scrittura di qualità. La vede come qualcosa di molto importante sia per i suoi alunni che per lui e quando è in forma è un ottimo insegnante”. Juliette Binoche spiega: “Mi piace il confronto tra professori. Non ho mai recitato il ruolo da insegnante e mia madre lo era. Era la mia insegnante di francese e di teatro; per questo motivo percepivo un legame con il progetto. La protagonista del film, inoltre, è una pittrice e anche io a volte dipingo”. La sfida che i due insegnanti si sono lanciati a distanza, un modo molto intellettuale e stimolante di flirtare, finisce per contagiare i propri studenti.

Quando alle classi di Arte e di Letteratura giunge voce che gli altri studenti stanno criticando la loro forma d’arte, Jack pensa che questo potrebbe essere uno sprone per motivare ed entusiasmare gli studenti, coinvolgendoli nella lotta tra arte visiva e parola scritta. Una battaglia che in occasione dell’uscita del film si è combattuta anche all’Apollo SpazioCinema di Milano. Gli allievi della Scuola Holden di Torino, in rappresentanza della parola, e quelli della Scuola di Visual Communication dell’Istituto Europeo di Design di Milano, in rappresentanza dell’immagine, si sono incontrati e scontrati per stabilire la supremazia chi della prima, chi della seconda, con l’aiuto di elaborati e creazioni. A presiedere il match il prof. Stefano Zecchi, giornalista e docente di estetica, disciplina super partes, che ha concluso l’evento con un’interessante disquisizione sul significato e la potenza dell’espressione attraverso la parola e l’immagine.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico