Dl carceri, ancora bagarre alla Camera: espulso Buonanno (Lega)

di Redazione

 Roma. Dopo il sì alla fiducia sul dl carceri, arrivato martedì sera tra le proteste della Lega, l’Aula della Camera ha ripreso mercoledì 5 febbraio l’esame dei circa 129 ordini del giorno presentati al provvedimento.

Le votazioni sul decreto legge carceri proseguiranno fino alle 20 nell’Aula della Camera. Poi avrà inizio la discussione generale della proposta di legge sulle pensioni d’oro. Nella mattinata del 6 febbraio l’Aula continuerà l’esame degli ordini del giorno sul decreto carceri. Le dichiarazioni di voto finali, trasmesse in diretta televisiva, dovrebbero avere inizio alle 12. Anche su questo testo è prevedibile che il governo ponga la questione di fiducia. Una volta esaminati e votati si procederà al voto finale sul provvedimento.

Il deputato del Carroccio Gianluca Buonanno, che martedì per protesta aveva sventolato in emiciclo le manette, oggi ha tirato fuori un cartello contro il Pd accusandolo di essere “complice dei mafiosi”. Dopo due richiami il deputato è stato espulso dall’Aula dal vicepresidente Luigi Di Maio. La Lega intanto continua a praticare l’ostruzionismo, facendo intervenire tutti i propri deputati sugli ordini del giorno al dl carceri.

Analogo atteggiamento dai deputati di M5S, firmatari della maggior parte degli ordini del giorno al testo. “E’ un indulto mascherato” ha accusatoil deputato M5S Vittorio Ferraresi. Martedì i deputati pentastellati che hanno votato no alla fiducia esponendo ognuno una copia del regolamento della Camera. Da Beppe Grillo martedì è arrivato un nuovo affondo contro la presidente Boldrini, chiedendone le dimissioni.

Affidamento in prova o un ulteriore ‘sconto di pena’ per i detenuti piu’ meritevoli (ad eccezione dei capi delle organizzazioni criminali), incentivi all’uso dei braccialetti elettronici ed espulsione degli stranieri in carcere sono alcune delle novità che si introducono con il decreto, che prevede anche più diritti per i detenuti, in particolare con l’istituzione della figura del Garante.

Intanto, sul tema del sovraffollamento delle carceri è intervenuto, da Strasburgo, anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Se non si daranno risposte alla sentenza della Corte dei Diritti umani sullo stato delle carceri e l’Italia non si mette in regola , ha ricordato Napolitano, “saranno accolti tutti i ricorsi dei detenuti e lo Stato italiano sarà condannato a pagare cifre enormi, si tratta di centinaia e centinaia di milioni di euro”.

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