Confindustria, appello di Squinzi: “Dateci un paese normale”

di Redazione

 Torino. “Vogliamo rendere noto, per chi non l’avesse capito, che il disagio delle imprese ormai dura da più di cinque anni”.

Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a Torino dove si è svolta, giovedì 13 febbraio, la manifestazione degli imprenditori torinesi. All’Unione Industriale si sono infatti radunati oltre 600 imprenditori, provenienti da tutto il Piemonte, per denunciare “a fronte di una situazione economica gravissima, l’indifferenza della classe politica e l’immobilismo del governo”.

“Direi che il titolo Senza impresa non c’è ripresa che è stato creato per questa manifestazione sia la fotografia esatta di quello che deve essere il nostro futuro”, ha aggiunto Squinzi.

Alla domanda su cosa ne pensi Confindustria della possibile staffetta al governo tra Letta e Renzi, Squinzi ha risposto: “La politica non è compito nostro”. E a una domanda sull’esecutivo Letta e sul programma “Impegno 2014”, ha risposto: “E’ stata fatta una buona analisi ma non sono state date le risposte che ci aspettavamo”.

In ogni caso ha chiarito: “Questa manifestazione non è contro un governo o a favore di un altro governo che può venire o meno. E’ una protesta contro una cultura antindustriale che ormai da qualche decennio è diventata prevalente”. Il presidente di Confindustria ha poi concluso il suo intervento con un appello: “Dateci un Paese normale e vi faremo vedere di cosa siamo capaci”.

Nella giornata di mercoledì 12 febbraio, il presidente del Consiglio ha annunciato un programma economico del valore di 32,5 miliardi nel biennio 2014-2015. Alla riduzione del cuneo fiscale e contributivo dovrebbero andare 19 miliardi.

Tra le questioni affrontate nel corso della manifestazione degli imprenditori a Torino, il tema dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione, la burocrazia, il fisco, il mercato del lavoro, il cuneo fiscale, il credito. In anteprima è stato poi presentato il sito ripresaeimpresa.it, pensato per dare continuità all’iniziativa, per sostenere un cambiamento culturale nei confronti dell’impresa e che si propone come “la nuova marcia digitale dei 40mila”.

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