Arresto Di Santo, Pd: “Uscire dall’ambiguità”

di Redazione

 Sant’Arpino. Con l’arresto del primo cittadino santarpinese, Eugenio Di Santo, il paese è stato messo seriamente a dura prova in termini di immagine, già seriamente compromessa da un degrado sociale, politico e culturale, che coinvolge più in generale una terra duramente segnata, da un problema ambientale e da anni ed anni di incuria.

L’intera cittadinanza si è trovata dunque, d’improvviso, sulla cronaca nazionale per episodi poco gratificanti che, appunto, coinvolgono il sindaco. Premettendo che la giustizia debba fare il proprio corso e, quindi, che tutti sono innocenti fino all’ultimo grado di giudizio, gridiamo ad alta voce il nostro dissenso verso una condotta politica ed umana a dir poco disdicevole da parte del primo cittadino. Ci domandiamo, oltremodo, i vari assessori e consiglieri di maggioranza, che dovrebbero cooperare e governare con il sindaco, cosa pensano di ciò che è successo?

La nostra solidarietà va soprattutto alle operatrici della mensa scolastica che attualmente sono senza stipendio. Questa è una situazione che va avanti da quasi un anno e allora ci domandiamo: come mai non si pensa a liquidare queste oneste lavoratrici santarpinesi? Anzi, chi dovrebbe invece amministrare per il bene pubblico pensa solo a trarre quello personale dimenticando spesso le continue sollecitazioni delle stesse operatrici prive di salario. Ovviamente in questi momenti particolari, tutta la cittadinanza santarpinese si interroga su che cosa sia attualmente l’intero panorama politico locale, spesso alimentando una giustificata e una motivata anti-politica.

È proprio in queste fasi così drammatiche per la società civile santarpinese che la politica ha il dovere morale di comunicare con i cittadini, divulgando speranze e progetti futuri e soprattutto rinnovamento, rispetto delle regole e legalità. In merito all’episodio drammatico dell’arresto riteniamo che il sindaco e l’intera amministrazione comunale debbano consegnare le dovute dimissioni.

Un atto dovuto proprio perché il paese vive una fase imbarazzante ed una situazione amministrativa nuova è poco chiara, che non può avere nessun futuro soprattutto in termini d’immagine che si è creata in tutta la nazione. Riteniamo fondamentale che il Partito Democratico, in merito alla vicenda, prenda anche una posizione politica unitaria, chiara e trasparente, senza ambiguità, tesa a condannare l’episodio e a essere alternativi ad un sistema politicamente decadente. Uscire da uno stato di ambiguità significa porsi con chiarezza verso chi ha ancora un minimo di fiducia nei partiti e soprattutto nel Pd.

Imbarazzante, invece, la posizione del consigliere comunale Domenico Cammisa che, ritenendosi a tempo e a convenienza del Partito Democratico, non lascia nessuna dichiarazione in merito alla vicenda, ma addirittura, senza avvisare le altre componenti del partito, firma per il prosieguo della legislatura. Mentre l’altra consigliera del Pd, di minoranza, Adele D’Angelo, richiede le dimissioni del sindaco, senza accorgersi che proprio con Cammisa sono stati candidati nella stessa lista per eleggere il segretario provinciale Vitale. Questo fa segno della continua incoerenza nonché ambiguità degli ormai conosciuti personaggi della politica santarpinese.

Noi della sezione del Pd di via De Gasperi condanniamo questo tipo di amministrazione e ci facciamo promotori di trasparenza e legalità. Infine, vorremmo che si aprisse un dibattito a cui tutti i cittadini fossero chiamati a testimoniare l’indignazione collettiva di un territorio che si sente offeso e deriso dall’operato di chi li rappresenta e dalla regressione culturale che ha causato questa gestione.

Sezione Pd di via De Gasperi

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