Macchina della verità? No, immagine della verità

di Stefania Arpaia

 MILANO. E’ la nuova scoperta realizzata dal dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, che permette di verificare se un individuo mente.

La scoperta riguarda delle particolari aree del cervello che si attivano proprio nel momento in cui si pronuncia una bugia e che possono essere osservate grazie all’imaging neurale, tecnica che permette di analizzare le suddette aree e “incastrare” i bugiardi.

Le zone del cervello più attive quando una persona mente sono la regione frontale e pre-frontale dell’emisfero sinistro e la corteccia cingolata anteriore; d’altro canto il nostro cervello produce l’N400, risposta bioelettrica che cerca di sopprimere l’informazione vera e facilita l’individuazione della bugia.

La differenza con la macchina della verità, che considerava il battito cardiaco e il sudore del soggetto osservato, è che la nuova tecnica osserva le risposte cerebrali dell’individuo e non quelle fisiologiche raggiungendo un grado di affidabilità maggiore. Brutta storia per gli habitué della menzogna che potranno, grazie a questa scoperta, essere facilmente smascherati.

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