Il Papa: “Mafiosi e mafiose, convertitevi”. E celebra Don Pino Puglisi

di Redazione

 ROMA. “Preghiamo perché questi mafiosi e mafiose si convertano”, ha detto domenica il Papa durante l’Angelus, inserendo ampie frasi a braccio nel suo ricordo di don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso a Palermo dai mafiosi nel 1993 e beatificato sabato.

“Dietro a tanti mali – ha detto il Papa – ci sono le mafie”.”Io penso – ha detto il Papa – a tanti dolori di uomini e donne, anche bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che li sfruttano facendogli fare il lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione, con tante pressioni sociali, dietro questi sfruttamenti, queste schiavitù, ci sono mafie, ma preghiamo il Signore perché converta il cuore di queste persone. Non possono fare questo, non possono fare i nostri fratelli schiavi, dobbiamo pregare il Signore, preghiamo perché questi mafiosi e queste mafiose si convertano a Dio”.

“La mafia voleva sconfiggere don Pino Puglisi, ma in realtà è lui che ha vinto – ha detto il Papa – Ieri a Palermo è stato proclamato beato il sacerdote martire Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993. Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il vangelo li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà pero è lui che ha vinto, con Cristo risorto”.

“Cari fratelli e sorelle, buon giorno – aveva esordito il Papa prima dell’Angelus – Questa mattina ho fatto la mia prima visita in una parrocchia della diocesi di Roma. Ringrazio il Signore e vi chiedo di pregare per il mio servizio pastorale a questa chiesa che ha la missione di presiedere alla carità universale”.

“Dio è una persona e non è uno spray – ha detto il Pontefice – La Trinità non prodotto di ragionamenti umani, è il volto con cui Dio stesso si è rivelato, non all’alto di una cattedre, ma camminando con l’umanità. La Trinità è Gesù che si è rivelato, ha camminato con il suo popolo, con il popolo di Israele, ma Gesù ha camminato sempre con noi, ci ha promesso lo Spirito Santo che ci insegna tutto quello che non sappiamo; ci dà buone idee e buone ispirazioni lodiamo Dio perché è amore e ci chiama a entrare nell’abbraccio della sua comunione che è la vita eterna”.

Papa Francesco ha visitato stamattina, arrivando a bordo dell’elicottero papale, la chiesa dedicata ai santi Elisabetta e Zaccaria in via Sulbiate nel quartiere Prima Porta, alla periferia di Roma, dove ha celebrato la messa. I fedeli lo hanno accolto con un lungo applauso e sventolando verso il cielo dei foulard bianco-gialli. Le campane hanno suonato a festa mentre il coro parrocchiale intonava canti religiosi.

“Carissime sentinelle. Le periferie hanno un senso positivo perché la realtà la si capisce meglio non dal centro, ma da periferie. Vi ringrazio per il vostro lavoro di sentinella. Vi ringrazio per l’accoglienza in questo giorno della festa della Trinità. Il Papa è in Vaticano: oggi è venuto il vescovo qui”. Queste le parole con cui Papa Francesco si è rivolto ai fedeli della comunità parrocchiale. Il pontefice ha così risposto scherzosamente alla lettera di benvenuto dei parrocchiani che si sono definiti “sentinella” di Roma. Quella di oggi è la prima visita del pontefice, vescovo di Roma, in una parrocchia della capitale.

Botta e risposta tra il Papa e i bambini della parrocchia. Francesco è partito dal Vangelo che racconta la visita della Madonna a Elisabetta, lo ha commentato e poi ha spiegato la Trinità secondo la fede cristiana, facendo domande ai piccoli e aspettando le loro risposte. “La Madonna – ha detto il Papa – va in fretta perché ha dentro il desiderio di aiutare, non va per vantarsi, a dire “Io sono la Mamma di Dio”, va per aiutare Elisabetta: è la nostra mamma che viene sempre in fretta quando abbiamo bisogno di lei, dovremmo aggiungere alle litanie una che dica “Signora che vai in fretta prega per noi”. Questo dà sicurezza, la sicurezza di avere una mamma al fianco, e la Madonna che sempre va di fretta è quella che ci fa capire Dio”.

Il Papa ha anche interrogato i piccoli su chi siano Dio, Gesù e lo Spirito Santo, per spiegare la Trinità, di cui oggi è la festa liturgica. “A voi bambini vi domando – ha detto il Papa – chi sa chi è Dio? Alzi la mano chi lo sa. Dimmi ecco – ha incitato mentre arrivavano le risposte dalla piccola platea di bambini vestiti con gli abiti della prima comunione – il creatore della terra, e quanti dei ci sono? Uno, a me mi hanno detto tre: padre figlio e spirito santo, come si spiega questo? C’è uno o ci sono tre? Come si spiega che uno sia padre e figlio e spirito santo? Forte, forte, rispondete forte, sì sono le tre persone in una, e cosa fa il padre? E’ il principio che ha creato tutto, noi, cosa fa il figlio, cosa fa Gesù, ci ama, porta la parola di Dio, viene a insegnarci la parola di Dio, cosa ha fatto in terra, ci ha salvati, è venuto per dare la sua vita per noi. Il padre crea, Gesù ci salva, lo spirito santo ci ama, e questa è la vita cristiana: parlare con il padre, con il figlio, con lo spirito santo. Gesù ci ha salvato, e cosa fa quando cammina con noi nella vita?”.

“Questa è difficile, – ha incitato scherzosamente – e chi la sa vince il derby: primo ci aiuta, ci guida, ci insegna a andare avanti, e anche Gesù ci dà la forza per camminare, ci sostiene nelle difficoltà e anche nei compiti della scuola, ci dà la forza, Come? Nella comunione ci dà la forza, ci aiuta con la forza, lui viene a noi, ma quando dite ‘ci dà la comunione’, cosa è la comunione? È pane o non è pane, sembra pane, non è proprio pane, è il corpo di Gesù, Gesù viene nel nostro cuore, e pensiamo a questo tutti. Chiediamo alla Madonna che ci insegni a capire bene come è Dio, come è il padre, come è il figlio, come e lo spirito santo”.

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