I farmaci generici sono affidabili?

di Antonio Arduino

 AVERSA. In farmacia come al discount, medicinali di marca, prodotti da aziende note e notissime, in vendita insieme a medicinali generici, prodotti da aziende tanto nuove da essere sconosciute alla massa dei potenziali acquirenti, proprio come accade per la pasta, …

…il caffè e tanti altri alimenti di prima necessità proposti al compratore nei discount a chi ha necessità, o semplicemente volontà, di ridurre le spese familiari. Questo perché, secondo quanto si legge in una pubblicazione realizzata dal settore farmaceutico dell’assessorato regionale campano alla sanità sull’uso dei farmaci bioequivalenti, distribuito ai medici di famiglia, “i generici rappresentano una valida alternativa economica sia per il cittadino, quando paga di tasca propria, sia per il sistema sanitario nazionale, che riesce a contenere la spesa farmaceutica pubblica”.

Ma come accade per la merce venduta a basso costo al discount, dove, prima di acquistare, ci si domanda se vale la pena spendere meno o è meglio andare sul sicuro, preferendo prodotti di marca, nello scegliere il farmaco bieoquivalente viene naturale chiedersi se i generici si possano utilizzare con la medesima sicurezza dei prodotti di marca, quanto a risultati sulla malattia da curare e ad effetti collaterali. Per dare al lettore la possibilità di rispondere proponiamo alcuni dati riportati nella pubblicazione ufficiale dell’assessorato regionale alla sanità.

“La sostituzione con un generico può essere effettuata solo dopo la dimostrazione inequivocabile che la formulazione generica è identica nei suoi principi attivi, nell’efficacia e nella via di somministrazione alla controparte di marca” si legge a pagina otto. Dove per precisare il concetto si aggiunge “il generico rispetto al farmaco di marca di riferimento deve essere uguale per principio attivo, forma farmaceutica (fiale, compresse, buste, sciroppo), quantità di farmaco nella confezione, dosaggio, indicazioni e controindicazione. Può essere diverso quanto a colore e denominazione della confezione, forma, colore e sapore del medicinale”.

Concetti a cui segue quello di bioequivalenza (o più semplicemente equivalente). “Due prodotti farmaceutici sono bioequivalenti se sono farmaceuticamente equivalenti e le loro biodisponibilità, in termini di velocità e quantità, dopo somministrazione di una stessa dose, sono simili a tal punto che i loro effetti clinici possono essere considerati essenzialmente gli stessi”.

In altre parole farmaci di marca e generici assunti alle stesse dosi, modi e tempi devono produrre lo stesso effetto sulla malattia da curare ovvero se curano la pressione alta devono abbassarla, se devono far sparire il mal di denti devono farlo sparire. Questo indipendentemente dalla considerazione, riportata sempre nella pubblicazione regionale, che una variazione di biodisponibilità compresa tra il meno e più 20 per cento è ritenuta “compatibile con l’equivalenza terapeutica”.

Una ultima annotazione per il lettore è la domanda posta dalla pubblicazione a pagina 12 “I farmaci generici sono tutti uguali?” chiedono gli autori che poi si danno la risposta con un grande “No!”. Per chiudere due considerazioni che impongono altrettante domande: ricordando che i farmaci generici, come afferma la pubblicazione regionale, non sono tutti uguali, che la biodisponibilità varia tra il meno e più 20 per cento e che chi effettua una cura cronica quando va in farmacia, per ragioni di approvvigionamento delle scorte, non sempre riceve il generico prodotto dalla stessa azienda, quindi lo stesso generico, come può chi effettua una cura cronica, come un iperteso o un diabetico, essere sicuro che la cura seguita sia corretta?

In tema di risparmio sulla spesa farmaceutica per il Sistema Sanitario Nazionale, sulla quale influisce solo il cittadino che non paga il medicinale di tasca ma lo richiede gratuitamente (salvo ticket) con ricetta del Ssn, considerando che lo Stato rimborsa al farmacista il prezzo base del medicinale, fissato dallo Stato, cosicché il cittadino paga di tasca la differenza fra medicinale di marca ed equivalente viene naturale chiedere dov’è il risparmio se lo Stato non sborsa un centesimo in più del prezzo che lui stesso ha stabilito? Noi una risposta alle domande ce la siamo data. E voi?

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