Un pentito: “I clan influenzarono ballottaggio Bassolino-Mussolini nel ‘93”

di Redazione

  CASERTA. “I casalesi mandarono a dire al clan Lago di Pianura di votare per AlessandraMussolini, anche se non la conoscevano, per far perdere Antonio Bassolino che era invece portato dai Moccia”.

Sono le dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia Domenico Bidognetti, lunedì mattina sentito come teste nel processo a carico dell’ex deputato del Pdl Nicola Cosentino. Il riferimento è al turno di ballottaggio dellele elezioni comunali a Napoli del 1993 alcuni che vedeva contrapporsi il candidato della sinistra, poi uscito vincitore, Antonio Bassolino, all’allora candidata del centrodestra Alessandra Mussolini. I Lago, appoggiati dai casalesi, avrebbero quindi fatto un “dispetto” ai Moccia di Afragola, cittadina di origine di Bassolino.

Domenico Bidognetti, alias “Bruttaccione”, è il cugino del boss e capo dell’omonima fazione dei casalesi Francesco Bidognetti , alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”.

Cosentino, in carcere da venerdì scorso, intanto non si è presentato alla ripresa del dibattimento a Santa Maria Capua Vetere, dove da due anni risponde di concorso esterno in associazione di stampo mafioso per le vicende legate all’infiltrazione del clan dei casalesi nello smaltimento dei rifiuti attraverso il consorzio Eco4.

Il pentito ha anche parlato del fratello di Cosentino e di un presunto cambio di assegni: “Giovanni Cosentino monetizzava, cambiava gli assegni del clan, frutto di tangenti. Io andavo nel deposito e per caso incontravo lì anche Nicola. Giovanni mi cambiava gli assegni anche davanti a Nicola. Tramite Giovanni, Nicola, in considerazione del fatto che faceva l’avvocato, mi fece prendere il porto d’armi per la caccia senza farmi fare l’esame”.

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